Massimo Giletti a Non è L'Arena, quella frase su Fabrizio Frizzi e l'amara verità sulla RAI
Massimo Giletti ha aperto il suo salotto televisivo su La7 con Non è L’arena e ha da subito sfoderato delle armi vincenti per battere la concorrenza. L’ex conduttore della RAI ha iniziato con un monologo molto intenso in cui ha speso parole per l’amico Fabrizio Frizzi e ha tirato fuori l’amara verità di quanto accaduto l’anno scorso nella tv pubblica. Ecco cosa ha fatto
Non è L'Arena
Domenica 12 novembre è ufficialmente iniziata la nuova avventura di Massimo Giletti a La7 dopo quasi 30anni di onorato servizio – e enormi successi – con la tv pubblica. Il monologo d’apertura del noto conduttore non poteva non essere rivolto a quella che è stata la sua seconda famiglia per 27 anni, ma dal suo affondo emerge un’amarissima verità sulla Rai.
Massimo Giletti a Non è l'Arena
Le prime parole di Massim Giletti a Non è l’Arena sono state: “Quando uno entra in una tempesta non sa neanche se riesce a uscirne vivo” poi l’accusa a Mario Orfeo per aver voluto chiudere un programma dagli ascolti eccezionali per cambio imposto di linea editoriale.
“Quel giorno di mezza estate – ha raccontato nel suo nuovo talk show – quando il dg della Rai mi ha convocato per dirmi che volevano chiudere per sempre l’Arena e mi proponeva di fare il varietà, io non ho potuto fare altro che sbattere la porta e andare via”.
Fabrizio Frizzi
Giletti ha voluto rendere omaggio a Frizzi e Sposini e ha detto:
“Ho riavvolto nella memoria tutto quello che avevo vissuto all’interno di un’azienda che amavo. Ho incontrato in quegli attimi i volti di tante persone, anche quelli che voi non conoscete. Ho pensato agli amici, ne cito due: Lamberto Sposini e Fabrizio Frizzi”.
Fiorello saluta Giletti a Non è l'Arena
Al termine dell’intenso monologo, occasione in ogni caso per sottolineare che amerà sempre la Rai, Massimo Giletti a Non è l’Arena è stato salutato da Fiorello a modo suo, ovvero affondando il dito nella piaga: “Come avete fatto a farvelo scappare? Per fortuna che c’era Urbanetto Cairo, prontissimo a prenderselo”.
