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Il Messaggero

Mini itinerario segreto a Roma: tra i 5 luoghi più misteriosi della Capitale

Roma è la città più bella del mondo e non smette mai di stupire, neanche quando crediamo di conoscerla tutta. Celebri le sue piazzi, eterni i suoi monumenti, ma anche lei nasconde un lato più oscuro e affascinante: un itinerario segreto tra simboli indecifrabili, sotterranei antichissimi, prospettive impossibili e suggestioni macabre. Scopriamolo insieme.

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La Porta Alchemica di Piazza Vittorio

La prima tappa è nel cuore dell’Esquilino, tra i giardini di Piazza Vittorio, si trova un monumento enigmatico e solitario: la Porta Alchemica. È ciò che resta di una villa scomparsa appartenuta a un marchese appassionato di esoterismo. Sulle sue pietre, simboli misteriosi, frasi in latino e figure astrologiche raccontano una verità nascosta, o forse un messaggio mai decifrato. Osservarla da vicino è come leggere un libro scritto in una lingua dimenticata, che parla di trasformazioni, viaggi interiori e alchimia spirituale.

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I tre livelli nascosti di San Clemente

La seconda tappa è da fare a due passi dal Colosseo, dove si apre un portale nel tempo: la Basilica di San Clemente custodisce tre livelli sovrapposti che scendono letteralmente nel cuore della storia di Roma. Si parte dalla chiesa attuale, risalente al XII secolo, per poi scendere a una basilica paleocristiana e infine a un’area sotterranea dove si trovano un tempio mitraico e una sorgente d’acqua ancora viva.
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Il buco della serratura sull’Aventino

La terza tappa è rappresentata da un portone chiuso, che a prima vista sembra una serratura qualunque ma, dall’altra parte, un piccolo miracolo di geometria e suggestione: la cupola di San Pietro perfettamente incorniciata da siepi millimetricamente allineate. Questo piccolo segreto di Roma si trova sulla Piazza dei Cavalieri di Malta, sull’Aventino, ed è amato da romani e turisti. Nessuno sa con certezza chi abbia ideato questo gioco ottico, ma poco importa: il risultato è un frammento di bellezza che lascia senza parole.
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La Cripta dei Cappuccini

La tappa finale è anche la più inquietante: la Cripta dei Cappuccini, in via Veneto. Un luogo dove il tempo si ferma e la materia si fa arte. Le ossa di migliaia di frati decorano pareti e soffitti in un’installazione permanente che mescola spiritualità e memento mori. “Quello che voi siete, noi eravamo. Quello che noi siamo, voi sarete”: la frase incisa all’ingresso risuona come un monito eterno. Uscire da qui è come risvegliarsi da un sogno, o forse da un pensiero troppo profondo per essere detto ad alta voce.
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