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Il Messaggero

Casamassima, la leggenda sulle case dipinte di blu

È tra i borghetti più tipici d’Italia ma si respira un’aria a tratti marocchina, a tratti indiana a Casamassima: in Puglia, nelle Murge baresi, questo paesino si colora di azzurro e si fonde con il cielo.

Il ’paese azzurro’, appellativo coniato dal pittore Vittorio Viviani, ha origini che intrecciano leggende e fatti storici.

Casamassima, la leggenda sulle case dipinte di blu

Il borgo antico – quello in cui è ancora possibile ammirare case, porte e finestre tinteggiate di azzurro – risale all’epoca medioevale e si narra che Michele Vazz, che acquistò Casamassima per 76mila ducati nel 1600, riuscì a salvare la città dalla peste facendo un voto alla Madonna e disinfettando i muri della città aggiungendo un po’ di azzurro in omaggio a Maria.

Casamassima, la leggenda sulle case dipinte di blu

Michele Vaaz era un ebreo sefardita e secondo alcune ricerche, esisterebbe una correlazione tra l’azzurro di Casamassima, il blu di Chefchaouen in Marocco, Jodhpur in India e Safed in Israele e la presenza di minoranze di ebrei in fuga.

Casamassima, la leggenda sulle case dipinte di blu

Pare infatti che il blu delle case di questi paesi simboleggi la loro volontà di sentirsi più vicini al Paradiso lontani dalle loro città d’origine.

Casamassima permette l’accesso al borgo vecchio tramite la Porta dell’Orologio, datata 1814, e consta di numerosi edifici religiosi come la Chiesa Matrice, il Monastero di Santa Chiara, la Chiesa del Purgatorio o la Cappella di San Michele.