Torna a Roma, dal 3 al 19 ottobre 2025, la quarta edizione di Moisai, il progetto che ogni anno porta le arti performative dentro la Domus Aurea, restituendo vita e voce a uno dei luoghi più visionari dell’antichità.
Per la prima volta la rassegna si concentra in un unico spettacolo site specific, replicato per tre weekend consecutivi (3-4-5, 10-11-12, 17-18-19 ottobre – due repliche al giorno).
Il progetto porta la firma di Fabrizio Arcuri, regista che da anni lavora sul confine tra teatro e spazi non convenzionali, e di Fabrizio Sinisi, autore tra le voci più significative della drammaturgia italiana contemporanea. La loro collaborazione dà forma a Nerone: autoritratto con figure, spettacolo concepito appositamente per il sito archeologico e per la sua storia.
Protagonisti saranno Gabriel Montesi e Iaia Forte/Francesca Cutolo (che si alterneranno nel corso delle diverse giornate), affiancati dalla voce di contralto di Maurizio Aloisio Rippa. Accanto a loro, in scena le attrici e gli attori della Stap Brancaccio: Beatrice Buscemi, Chiara Brunetti, Chiara Liotta, Emilio De Rosa, Federica Petti, Flavia Lucangeli, Flavia Tomassini, Francesca Puorto, Leonardo Pocaterra, Ginevra Ceccherini, Margherita Bigazzi, Viola Dini, Leonardo Fantini, Giorgio Munaco, Giuseppe Franchina, Samuele Sabbatini, Matteo Gizzi, Nicolò Nitto e Amedeo Distilo.
Le acrobazie e le danze aeree sono curate dalla compagnia di Claudio e Paolo Ladisa, in collaborazione con la Next Generation Academy, mentre gli interventi coreografici saranno eseguiti dalle danzatrici dell’Accademia Nazionale di Danza. Le musiche dal vivo accompagneranno l’intera esperienza, interpretate dall’Ensamble musicale Santa Maria di Corte, con arpa, flauto e violoncello. Il progetto è prodotto da PAV.
Nerone: autoritratto con figure
Percorso teatralizzato in Domus Aurea
Una guida–attore, Lucio, trasforma la visita alla Domus Aurea in un rito teatrale: un viaggio tra mito e storia, ego e rovina, dove le Muse, Nerone e i poemi antichi riaccendono la “Casa della Luce”. Non è una lezione, ma uno spettacolo: la Domus Aurea diventa scena viva, attraversata da parola, danza, musica, petali che cadono, buio e lampi. Lucio conduce il pubblico dentro un racconto personale che intreccia la memoria di Nerone con l’Iliade e l’Odissea, Baudelaire e la Roma contemporanea. Si ride amaramente, si resta in silenzio, si immagina il lago un tempo al posto del Colosseo, finché alla fine resta una domanda: cosa salva la bellezza quando tutto brucia? Lucio accoglie gli spettatori evocando la Domus Aurea com’era: luce, acqua, colonnati, affreschi. Il registro si ribalta nell’autoironia e nell’invettiva contro un presente che divora i suoi artisti. Poi il racconto diventa autobiografia: la madre, la casa sull’Aventino, le letture all’alba con Ettore e Andromaca, l’adolescenza nelle stanze interrate, il ninfeo di Polifemo e l’Odissea di Argo che riconosce Odisseo. Sullo sfondo compare Tiberio, il “golden boy” fratello rivale: una festa, una canzone, un improvviso crollo. A poco a poco, la vicenda privata di Lucio si intreccia e si confonde con quella di Nerone: il figlio prediletto di una madre ingombrante, il giovane artista incompreso, l’uomo diviso tra arte e potere, destinato a bruciare tutto pur di ricominciare da capo. Come l’imperatore, anche Lucio sogna un incendio che purifichi Roma e la storia, ma lo spettacolo svela l’inganno: l’unica cosa vera è che sua madre è morta, e la colpa è sua. Nel finale, la pioggia richiama l’acqua perduta e la parola torna infanzia: la Domus Aurea, un tempo “Casa della Luce”, rinasce per un istante nello sguardo del pubblico, sospesa tra rovine e futuro.
Moisai: le Muse, Nerone, la Domus Aurea
Il nome del progetto richiama le Muse, figlie di Zeus e Mnemosine, simbolo della memoria e dell’ispirazione artistica. Il ciclo statuario a loro dedicato, realizzato per Nerone, fu rinvenuto negli scavi della Domus Aurea nel 1958 e oggi, dopo il restauro, restituisce al monumento la funzione di padiglione vivo e dinamico che aveva in origine.
L’imperatore Nerone, spesso ricordato solo per l’incendio e la crudeltà, fu anche mecenate, collezionista e artista: amante della poesia, della musica e del teatro, recitava in prima persona e concepì la Domus Aurea come il suo
progetto più visionario. Un palazzo che, dopo l’incendio del 64 d.C., univa architettura, giardini e artifici scenici per stupire gli ospiti con effetti di luce e spazi inediti.
Ancora oggi il Padiglione del Colle Oppio, con le sue 150 stanze, testimonia la grandezza di quel disegno: un’architettura che manipolava luce e spazio per creare meraviglia, e che oggi diventa lo scenario di un’opera teatrale che ne interroga il senso e la memoria.
Gli spettacoli si svolgeranno in doppia replica: il venerdì, il sabato e la domenica alle ore 16.30 e 17.30.
Distribuzione del cast – ruolo della Madre:
- Iaia Forte → 3, 10, 11, 12 ottobre
- Francesca Cutolo → 4, 5, 17, 18, 19 ottobre
Il condurrà progressivamente il pubblico dall’ingresso del settore occidentale percorso di visita (Galleria XXIV), all’interno della Domus Aurea, fino agli spazi che diventeranno scena dello spettacolo




