Ospite del ‘The Adam Buxton Podcast’, Tom Hanks commenta il ruolo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel mondo del cinema.

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Mentre il mondo sembra tenere d’occhio con circospezione lo sviluppo dell’IA, Tom Hanks pare avere intenzione di vedere il bicchiere mezzo pieno. Ospite dell’ultimo episodio del The Adam Buxton Podcast (registrato lo scorso 18 aprile), Tom Hanks ha infatti commentato la possibilità di apparire nei film anche dopo la sua morte con l’Intelligenza Artificiale. Lo spunto è arrivato da una domanda di Adam, legata a una dichiarazioni di Neil Tennant dei Pet Shop Boys sull’utilità dell’IA nel finire le canzoni.

«La prima volta che abbiamo fatto un film che aveva tantissimi nostri dati chiusi in un computer, tra cui letteralmente il nostro aspetto, si intitolava The Polar Express», ha risposto l’attore. «In un certo senso abbiamo previsto tutto ciò. – ha continuato – Abbiamo capito che ci sarebbe stata questa abilità di prendere i dati da un computer e trasformarli in un volto e in un personaggio. Da allora questa abilità è semplicemente cresciuta in modo esponenziale. Ora la vediamo ovunque».

The Polar Express è uscito nel 2004 ed è il primo film a utilizzare completamente per le animazioni la tecnologia mo-cap. Di sicuro, l’Intelligenza Artificiale è un’altra storia e Tom Hanks è consapevole che attualmente ci sia un forte dibattito sul tema. «Se ne parla nelle agenzie e anche negli studi legali per capire le ramificazioni legali della mia faccia e della mia voce visti come proprietà intellettuale. – precisa – Non solo la mia, ma quella di tutti».

Tom Hanks: IA e deep fake

«Al momento c’è la genuina possibilità, se lo volessi, di lanciare una saga di sette film in cui ho 32 anni per sempre. – dice poi Hanks – Chiunque può ora ricreare se stesso ad ogni età grazie all’IA o alla tecnologia deep fake. Potrei essere investito da un bus domani e finirebbe così, ma le mie interpretazioni potrebbero andare avanti all’infinito. E, se escludi la comprensione dell’IA e del deep fake, nulla ti svelerebbe che non sono io. La qualità sarebbe realistica e questa è indubbiamente una sfida artistica, ma anche legale».

Certo – gli fa notare Adam – non sarebbe come vedere su grande schermo il vero Tom Hanks. «Ma la domanda è Al pubblico importerebbe? – chiosa l’attore – Ad alcune persone non importerà, non sarà un motivo valido per non vedere un film».