Alla scoperta di una Sorrento nascosta, avete mai sentito parlare del Vallone dei mulini? I segreti di questo posto abbandonato a se stesso e ricco di storia

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Sorrento non offre solo panorami incantevoli, piatti memorabili come gli gnocchi alla sorrentina e mare fantastico, ma tanta storia disseminata tra tappe obbligate che rendono il comune campano tra i più visitati: oltre al Chiostro di San Francesco, al Duomo o al Sedil Dominova, vi vogliamo segnalare il Vallone di mulini.

Un luogo che il sito americano Buzzfeed ha inserito tra i 30 luoghi più belli della Terra… Solo per questo varrebbe una visita, ma scopriamo insieme perché è così affascinante il Vallone dei Mulini.

Sorrento, alla scoperta del Vallone dei mulini

Ebbene il vallone si presenta come una profonda spaccatura nella roccia che attraversa la montagna e si sarebbe formato circa 35mila anni fa all’epoca di una violenta eruzione dei Campi Flegrei: le acque dei ruscelli intorno formarono una strettissima gola alla ricerca di uno sbocco verso il mare.

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All’interno della suggestiva spaccatura, sorgono edifici abbandonati che un tempo ricoprivano funzioni fondamentali per i paesini. Nel 1600, infatti, Onofrio Correale fece costruire un porto allo sbocco della valle e un mulino sul fondo, che utilizzava l’acqua dei torrenti per la macinazione del grano, da vendere ai sorrentini.

Storia, fascino e bellezza a Sorrento: ecco il Vallone dei Mulini

In seguito vennero edificate anche una segheria per trattare il legname, in particolare legno di ciliegio, noce e ulivo, utilizzato dagli artigiani locali per realizzare manufatti originali, e un lavatoio a disposizione di tutti.

Per il grande fascino che emanava, il Vallone dei mulini di Sorrento divenne uno degli spot prediletti dei pittori del Grand Tour che si trovavano davanti a scene di vita popolare incredibilmente autentiche. Ricordiamo infatti che era un punto di ritrovo anche per contadini e pescatori poiché la valle era collegata con Marina Piccola e il porto.

Attualmente sono rimasti soltanto ruderi abbandonati a se stessi, ma molto ben conservati. Il Vallone dei mulini, infatti, venne abbandonato dopo il 1886, anno della costruzione della centrale Piazza Tasso, la cui realizzazione portò le acque che attraversavano la valle ad essere incanalate in prossimità della parte terminale.

La piazza ha di fatto chiuso qualsiasi altro accesso al luogo incantato, a cui è possibile entrare soltanto attraverso un piccolo cancello che mette in collegamento Piazza Sant’Antonio con il porto.

Foto: Shutterstock