Borgo a Mozzano, in provincia di Lucca, va visitata almeno per ammirare il ponte del Diavolo e scoprire la leggenda sulla sua mirabile costruzione

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In provincia di Lucca, tra i tanti paesini degni di una visita spicca Borgo a Mozzano: il primo motivo per cui vale la pena vederlo è ammirare un’opera di raffinata ingegneria medievale come il Ponte del Diavolo.

Questa struttura in pietra attraversa il fiume Serchio e sembra che a volerla fosse stata la feudataria illuminata Matilda di Canossa al fine di consentire ai viandanti di raggiungere Lucca più agevolmente e ricongiungersi con la Via Francigena per tornare a Roma.

Ponte del Diavolo, cosa c’entra Lucifero con l’opera medievale in provincia di Lucca?

Il ponte del Diavolo è lungo circa 90 metri e ha una forma unica al mondo: lo compongono tre arcate di diverse dimensioni con la maggiore che arriva fino a toccare i 18 metri di altezza.

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La struttura è “a schiena d’asino” e ha una forma convessa, quasi fosse una cuspide, che ha mantenuto il ponte in ottime condizioni per 1000 anni nonostante un forte alluvione intorno al 1836 e gli attacchi dei nazisti nel XX secolo.

L’aspetto più interessante del ponte sul fiume Serchio – che dal 1500 circa ha assunto anche il nome di Ponte della Maddalena – risiede nella famosa leggenda legata a Lucifero.

Ebbene, sembra che il capomastro che gestiva i lavori era preoccupato per non riuscire a rispettare le consegne, così si rivolse al Diavolo in cerca di aiuto. Questi si presentò con un patto troppo importante da stringere: avrebbe edificato il ponte in una notte in cambio dell’anima del primo essere vivente che lo avrebbe attraversato.

Rapito dai sensi di colpa il capomastro si confessò dal prete che architettò un piano per prendersi beffa del Diavolo: al momento dell’inaugurazione, infatti, ad attraversare per primo il ponte fu un maiale (o un cane in altre versioni dell’aneddoto popolare). Quando il Diavola comprese di essere stato preso in giro, si gettò nel Serchio sparendo nelle sue acque.

Foto: Shutterstock