Geoff Hurst? Alf Ramsey? Bobby Charlton? Macché. Il vero eroe inglese, nel 1966 fu Pickles, il cagnolino senza pedigree che ritrovò la Coppa Rimet.

Era stata rubata durante un’esposizione di stampe a tema calcistico alla Central Hall di Westminster il 20 marzo. Due giorni dopo, mentre Scotland Yard non riusciva nemmeno a ritrovarsi la patta dei pantaloni (strano, eh?!), arrivò la richiesta di riscatto: 15mila sterline per riavere indietro il prestigiosissimo trofeo. La polizia organizza l’incontro, ma le cose non vanno come previsto e la Coppa resta nelle mani dei ladri.
A distanza di una settimana dal furto, il signor David Corbett (ventiseienne che lavora in un’agenzia di viaggi) porta il suo cane a fare la consueta passeggiata domenicale.

Giunti nei pressi di un giardino nella zona meridionale di Londra, l’animale inizia ad annusare con insistenza una siepe, agitato. Il padrone, pensando che Pickles abbia intercettato uno scoiattolo o un topo, si china a guardare. Avvolta in un giornale, c’è la Coppa Rimet.

Il vivace quadrupede e il suo padrone riceveranno una ricompensa di circa 6mila sterline e Pickles diventerà una vera star: comparirà in numerosi spot e in un film (“La spia dal naso freddo”), ma soprattutto riceverà una fornitura a vita di croccantini. Purtroppo, però, un anno dopo aver salvato l’intera nazione, il cane morirà durante un rocambolesco inseguimento a un gatto.

Ma quando un inglese recita la celebre formazione dei “Boy of ‘66”, non può fare a meno di elencare tredici nomi. Agli undici calciatori che vinsero la prima (e finora unica) Coppa del Mondo della storia dell’Inghilterra, aggiungono il tecnico Alf Ramsey e, ovviamente, il buon vecchio Pickles. Che fu importante quanto Charlton, Stiles e Moore… se non di più.

Articolo a cura della redazione di Il Romanista

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