Un Freddie Mercury timido e malinconico, lontano dall’animale da palcoscenico che il mondo idolatrava: questo è lo scorcio che Sky Arte ci regala del grande artista

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E’ andato in onda il 16 dicembre su Sky Arte, ed è tutt’ora disponibile su On demand, il docufilm “The great pretender“, diretto e prodotto dal  regista inglese Rhys Thomas: si tratta di un omaggio al Freddie Mercury più intimo e privato, alle sue passioni, alla sua vita, ai suoi affetti e alla sua musica.

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Fa una certa impressione, dopo aver visto sul grande schermo in Bohemian Rhapsody  il bravissimo Rami Malek, vedere il vero Mercury parlare di sè con una punta di timidezza, di malinconia e di rimpianto.

Più mi libero, più sono esposto e gli altri mi feriscono -racconta un inedito Freddie- ad oggi mi ritrovo pieno di feriti e cicatrici ed onestamente ne ho abbastanza”

Alla domanda dell’intervistatore, che gli chiede se non sente il bisogno di condividere la sua vita con qualcuno, Freddie Mercury risponde, ridendo senza allegria, che nessuno vuole condividerla con lui.

Tra gli artisti più schivi e riservati di sempre, ancora oggi grande parte della vita di Freddie Mercury è avvolta nell’ombra e si sa molto poco della sua parentesi come solista. Freddie Mercury – The Great Pretender percorre questo lato nascosto. Riscopre l’uomo celato dietro il personaggio sul palco. Lo rendono possibile anche le interviste esclusive e di repertorio ad amici e artisti, da Bryan May a Roger Taylor, dai suoi manager John Reid e Jim “Miami” Beach al suo assistente personale Peter Freestone, e molti altri.

Tra i momenti rari del documentario l’esibizione al Royal Ballet di Londra in cui Freddie Mercury canta una straordinaria versione di Bohemian Rhapsody, la canzone del XX secolo più ascoltata in streaming di oggi, che chiude cantando a testa in giù. O ancora una prova in cui Mercury e Montserrat Caballé duettano facendo vocalizzi mentre preparano le registrazioni del loro singolo. Dal Live Aid al fallimento del suo album solista Mr. Bad Guy. Dagli eccessi newyorchesi negli anni ‘80 al ritrovato successo di Innuendo, il film restituisce un collage di emozioni, ricordi e immagini di un artista al di sopra di ogni stereotipo.