Intervistato a Un Giorno da Pecora, Mogol torna sulla questione della quota del 30% di musica italiana nelle radio e la difende.

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Mogol: “Proposta 30% musica italiana? Assennata. Spero che la legge venga approvata”

Tra i grandi ospiti della puntata di Un Giorno da Pecora del 26 febbraio c’è anche Giulio Rapetti Mogol, che ha raggiunto i due conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari telefonicamente, per parlare soprattutto della proposta di legge avanzata da Alessandro Morelli (Presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera) sulle quote minime di musica italiana da ascoltare in radio. In veste di Presidente della SIAE, Mogol si sta infatti spendendo molto sulla questione.

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“La richiesta di far trasmettere alle radio un terzo di musica italiana? È una buona cosa, un terzo di musica italiana vuol dire salvare qualcosa della cultura popolare nazionale, appoggiarla. Ci sono radio che trasmettono suolo musica straniera. Insomma, è una proposta assennata di cui avevamo bisogno. Spero che questa proposta di legge venga appoggiata”. Così esordisce Giulio Rapetti Mogol.

“Oggi la cultura popolare, in Italia, ha bisogno di un aiutino, e il fatto che questa legge promuova 10% di musica di giovani è positiva, i giovani devono essere aiutati” continua poi Mogol. Al Bano Carrisi ha proposto addirittura sette canzoni italiane su dieci. “Forse sette su dieci sono un po’ esagerate, tre su dieci invece mi sembra corretto”. Ci sono molte radio che propongono quasi esclusivamente musica rock, genere soprattutto straniero… “Ma anche Lucio Battisti è stato un grande rocker, basti pensare a pezzi come Il Tempo di Morire“. E come ci si comporta con quegli italiani che cantano in inglese? “Non hanno capito che gli italiani non li comprendono”. In che senso? “Le persone in grado di capire un testo inglese, in Italia, sono pochissime”. A lei piacerebbe si trasmettesse solo musica italiana contemporanea? “No – ha detto a Rai Radio1 Mogol – ci sono anche i grandi del passato, che certo non sono scaduti: De André, De Gregori, Battisti, ad esempio”.

Antonio Razzi Ballando con le stelle