La miniserie in due puntate, che andrà in onda il 21 e il 28 giugno su Sky Cinema, racconta cosa è successo dopo, quando le telecamere si sono spente su una delle più grandi tragedie collettive che hanno colpito l’Italia.

C’è grande attesa e una palpabile emozione intorno ad “Alfredino – una storia italiana”, la produzione Sky Original ispirata alla tragedia che nel 1981 da Vermicino, vicino Roma, produsse una eco tale che fu in grado di commuovere e cambiare l’Italia intera. Prodotta da Sky e da Marco Belardi per Lotus Production (società di Leone Film Group), andrà in onda in prima tv il 21 e il 28 giugno su Sky Cinema e in streaming su Now.

Protagonisti Anna Foglietta e Luca Angeletti nei panni dei genitori di Alfredino, Franca e Ferdinando Rampi: insieme a loro un cast ricco di nomi già noti al pubblico delle serie Sky, come lo Spadino e il Samurai di “Suburra”, Giacomo Ferrara e Francesco Acquaroli, che interpretano rispettivamente lo speleologo Maurizio Monteleone e il capo dei vigili del fuoco Elveno Pastorelli,  Vinicio Marchioni nei panni di Nando Broglio, il Vigile del Fuoco che provò a tenere compagnia e a motivare Alfredo durante quelle terribili ore e molti altri, fra cui spicca il cameo dell’indimenticato ed indimenticabile Massimo Dapporto che interpreta l’altrettanto indimenticabile presidente della Repubblica Sandro Pertini.

La regia è stata affidata a Marco Pontecorvo (Nero a metà, Ragion di Stato, L’oro di Scampia), che per tutti gli attori è stato una guida sicura e ferma nell’esile tracciato che questa complessa serie ha seguito: quello del racconto di una tragedia inaccettabile, che ancora oggi è un boccone duro da mandare giù per chi l’ha vissuta in diretta quarant’anni fa, che non scivola mai nel pietismo ma si concentra su quello che è successo dopo il tragico epilogo, quando le telecamere si sono spente.

Non a caso in conferenza stampa, accanto ai vertici Sky (Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia e Nils Hartmann, Senior Director Original Productions Sky Italia), alla produzione e al cast artistico c’era anche Rita Di Iorio, Presidente del Centro Alfredo Rampi, nato dopo la tragedia proprio per fare in modo che una cosa del genere non dovesse mai più accadere. Un impegno lungo quarant’anni su sensibilizzazione ed educazione che come ultimo meraviglioso frutto ha dato alla luce “Le fiabe prudenti”, il podcast per insegnare ai bambini a difendersi dai pericoli che li circondano, scritto da Stefania Andreoli, che oggi è primo nelle classifiche dei podcast di Spotify.

L’emozione: in conferenza stampa era palpabile e difficilmente dissimulabile sui volti dei protagonisti, prima fra tutte Anna Foglietta. L’attrice romana ha parlato a lungo dell’attenzione e della cura messi nella costruzione di un personaggio fuori dai cliché e pieno di coraggio, Franca Rampi, una donna che non ha mai incontrato ma verso la quale ha sviluppato profonda stima e rispetto, soprattutto verso il suo approccio dignitoso e mai urlato di fronte ad un dolore schiacciante e incomprensibile. Un dolore che non solo non l’ha schiantata, ma che le ha dato anzi la forza di creare qualcosa che andasse oltre e non rendesse vana la morte del figlio.

La tragedia di Alfredino ha cambiato le famiglie italiane -ha raccontato Anna rispondendo alle domande della stampa- mia mamma mi diceva attenta, ti ricordi cosa è successo ad Alfredino? Io avevo 2 anni quando è successo, non mi ricordavo, ma Alfredino era un mio amico. Gli italiani non sanno cosa è successo dopo la morte di Alfredo, perchè lì si è interrotta la diretta. Negli anni dopo la mamma di Alfredo non voleva parlare del suo dolore, che era solo suo, ma solo del Centro che era nato dopo. Non ho incontrato la signora Rampi per rispettare questa sua scelta, non bisogna per forza conoscere la persona che si va ad interpretare . In quei mesi di lavoro ho dato tutta me stessa”

Non volevamo cavalcare facili sentimenti, ma in tutto è stato seguita una rotta ben precisa che non portasse al pietismo, alla peggiore tv del dolore, tutto questo in nome dell’etica. Speriamo di curare una ferita rimasta aperta per 40 anni”, queste le parole del regista Pontecorvo.

La conferenza si è chiusa con un appello a favore di Angelo Licheri, l’ex fattorino che si fece calare per 66 metri nel disperato tentativo di salvare Alfredino e che oggi sta male e vive in casa di riposo: per lui si invoca l’applicazione della legge Bacchelli.

credito @©LUCIAIUORIO