Mentre ancora si indaga sulle cause dell’incendio a Notre Dame, facciamo un piccolo viaggio nella storia ricordando una vicenda simile avvenuta a Roma.

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L’incendio che lunedì 15 Aprile ha devastato la cattedrale di Notre Dame de Paris ha sconvolto il mondo. È sempre triste quando avviene che alcuni luoghi rappresentativi della cultura vadano irrimediabilmente persi. Un caso simile di verificò a Roma nel 1823: ad andare in fumo fu la Basilica di San Paolo fuori le mura.

Incendio alla Basilica di S. Paolo fuori le mura del 1823: ecco i fatti

Roma, 15 Luglio 1823: nella notte divampa un incendio nella Basilica di S. Paolo fuori le mura. Dalle cronache e dagli annali dell’epoca si legge:

Nella sera del 15 corrente Luglio circa le ore quattro della notte cominciò a manifestarsi una piccola fiamma

Un pastore a cavallo di nome Giuseppe Perna si accorge delle fiamme e dà l’allarme. Purtroppo i vigili del fuoco arrivano con molto ritardo e la basilica non ha scampo.

Questa triste vicenda ricorda il recentissimo incendio che ha distrutto Notre Dame de Paris. Le cause dell’incidente avvenuto in Francia ancora non ha spiegazioni chiare. Invece sull’incendio divampato a Roma le spiegazioni non tardarono ad arrivare.

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Ristrutturazioni e incidenti: ecco cosa successe a Roma

La mattina dopo l’incendio, il giornale ufficiale della Roma del Papa Re riportava la seguente notizia:

“Per una fatalissima disgrazia derivata, per quanto apparisce, dal fatto di alcuni stagnari, i quali nel far jeri diversi lavori sul tetto della Basilica di S. Paolo fuori le mura lasciarono cadere de’ carboni accesi da una padella, si è nella scorsa notte appiccato il fuoco al soffitto della detta Basilica”

A quanto pare le fiamme che poi avvolsero la struttura, distruggendone gran parte, provenivano dal fuoco lasciato acceso per dimenticanza da alcuni operai che eseguivano in quei giorni dei lavori di ristrutturazione. L’incendio partì dalle impalcature presso le grondaie della navata centrale e presto si diffuse alle laterali, causando crolli e il danneggiamento di moltissime opere d’arte. Fortunatamente il transetto, il chiostro, l’abside, l’arco trionfale e il candelabro ressero al crollo rovinoso del resto della struttura.

Stendhal, che era a Roma in quei giorni, passò davanti alle rovine della Basilica; nelle sue “Passeggiate Romane” scrive:

“Io visitai S. Paolo il giorno dopo l’incendio. Ne ebbi un’impressione di severa beltà, triste quanto la musica di Mozart. Erano ancora vive le vestigia dolorose e terribili della sciagura; la chiesa era ancora ingombra di nere travi fumanti, semibruciate; i fusti delle colonne,spaccati per tutta la loro lunghezza, minacciavano ad ogni istante di cadere. I romani costernati,erano andati in massa a vedere la chiesa incendiata. Era uno dei più grandiosi spettacoli che io abbia mai visto”

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