Per la prima volta a Roma, il documentario Mareyeurs di Matteo Raffaelli viene presentato l’11 ottobre presso il Cinema L’Aquila di Roma, nell’ambito del Green Movie Film Fest: tre giorni per raccontare l’incontro tra il cinema, l’ambiente e il sociale, proponendo i valori della sostenibilità.

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“Mareyeurs” è un film documentario prodotto da Ocean Film di Francesco Congiu in collaborazione con HF4 di Marco Del Bene. Racconta di come lo stravolgimento di una filiera produttiva locale possa andare a intaccare la vita quotidiana di tutti, su scala mondiale. 

Dopo la presentazione internazionale al 31° FIPA di Biarritz e la vittoria del Premio Speciale della Giuria al Migranti Film Festival, il film documentario viene presentato per la prima volta a Roma l’11 ottobre presso il Cinema L’Aquila di Roma, nell’ambito del Green Movie Film Fest,

Abbiamo intervistato Matteo Raffaelli, regista di Mareyeurs, per farci raccontare la storia di questo film.

Matteo Raffaelli: la responsabilità di fare un film di indagine sociale

“È molto difficile operare riprese in Senegal, soprattutto negli ambienti della pesca perchè c’è molto riserbo. E soprattutto c’è la preoccupazione da parte dei senegalesi che si utilizzino queste immagini per descrivere “male” quella che è la loro realtà”

Così ci parla Matteo Raffaelli di un lavoro lungo due anni, fra scrittura, sopralluoghi e 4 settimane di riprese. Dopo molti incontri con i capi dei villaggi, la troupe è riuscita a realizzare un film di indagine sociale di larga portata. Addirittura sono riusciti a girare all’interno di un cimitero mussulmano “cosa molto complessa per un occidentale”, sottolinea Raffaelli.

“È un film che parla di due argomenti molto importanti e estremamente legati: da una parte del depauperamento delle risorse ittiche, dall’altra della migrazione. Perchè evidentemente le due cose sono connesse.”

Al FIPA di Biarritz la domanda che hanno posto più volte al regista è stata: “Ma è vero che il pesce è diminuito dell’80%?”. Questa incredulità sorprende Raffaelli, ma non lo scoraggia:

“Io ho fatto un documentario di indagine sociale e la responsabilità che mi sono assunto è quella di dire alle persone e soprattutto al pubblico europeo: guardate che in Africa ci sono persone che sanno fare molto bene il loro lavoro. Per esempio quello della pesca. Ma questo lavoro sta finendo perchè molte società internazionali pescano in maniera illegale, ILLEGALE, lo ribadisco, al largo delle coste del Senegal.”

La trama di Mareyeurs, film documentario di Matteo Raffaelli

Ibrahima è un giovane mareyeur, intermediario tra pescatori e dirigenti delle aziende di pesca locali. Preoccupato dalla scarsità del pesce in Senegal e dalla costante diminuzione del suo reddito, matura in lui l’idea di emigrare in Europa. Troverà sul suo cammino delle persone che cercheranno di dissuaderlo e questo lo porterà a mettere in dubbio il suo progetto. Insieme alla figura di Ibrahima, ad animare e restituire al pubblico il quadro complesso di un’Africa raramente protagonista di documentari come Mareyeurs, è una costellazione di personaggi unici e reali come Mame Fotou Kaire impreditrice a capo del sistema matriarcale del commercio del pesce nella città di Saint Luis.