Dal 22 al 25 maggio, l’Istituto Culturale Coreano promuove una serie di eventi con la protagonista del programma tv Chef’s Table’ su Netflix per far conoscere il legame tra la cucina coreana vegana e la filosofia buddista.

Arriva per la prima volta a Roma la monaca buddista della Corea del Sud, Jeong Kwan, protagonista della terza stagione televisiva ‘Chef’s Table’ su Netflix. Ospite dell’Istituto Culturale Coreano, la chef monaca Jeong Kwanche vive nell’eremo di Chunjinam,farà conoscere i segreti della cucina buddista nel corso di una serie di appuntamenti romani rivolti al pubblico e alla stampa dal 22 al 25 maggio 2019.

L’intento dell’Istituto Culturale Coreano è sempre stato quello di promuovere la cultura coreana in Italia e, questa volta, ha deciso di realizzare un evento unico per far conoscere la cucina templare diJeong Kwan, considerata tra i migliori chef vegani e zen al mondo.

Cucinare – dichiara la religiosa Jeong Kwan-  è un atto di nuova creazione che si svolge secondo la propria energia e capacità, è il creare qualcosa dal nulla. Il cibo, una volta mangiato ed entrato al mio interno perde la sua forma ma ne ritrova un’altra. Durante questo momento se tutti danno il proprio meglio e cercano di svuotare la propria anima riescono a creare un collegamento fra loro e riescono a dialogare”.

Nel suo monastero, immerso in un parco naturale, lei segue i ritmi delle giornate e delle stagioni e porta così avanti la millenaria cultura culinaria dei templi buddhisti in Corea e i dettami della cucina contadina e tradizionale.

Lei stessa si definisce un’esecutrice e non una chef; la sua cucina templare si basa in primis sul cibo che si consumava con i monaci più anziani la prima volta che si entrava al tempio, poi, sui prodotti che reperisce con le proprie mani e, infine, sui cibi più consumati e ricordati dalle persone al di fuori del tempio.

La cucina vegana della monaca Jeong Kwanè semplice ed elegante, i gesti sono lenti e accurato è il modo in cui lei conserva gli ingredienti, li cuoce e li fa degustare. Fondamentale, per i buddisti, è infatti il “Barugongyang”, ossia il modo meditativo di mangiare tipico dei luoghi monastici, il cui nome deriva dalle ciotole di legno denominate baru. Mangiare, per la chef monaca, non è solo nutrirsi ma è un modo per riflettere sull’origine del cibo e di essere grati per la natura e le persone che ci donano i prodotti della terra.

GLI APPUNTAMENTI CON LA MONACA JEONG KWAN ORGANIZZATI DALL’ ISTITUTO CULTURALE COREANO

In occasione dell’arrivo della chef monaca Jeong Kwan, l’Istituto Culturale Coreano ha programmato il “Temple Stay”, una serie di appuntamenti rivolti al pubblico. Il primo incontro, dal nome ‘Temple Food’,è previsto per mercoledì22 maggio dalle 18.30 alle 20.30(prenotazione obbligatorio scrivendo a info@culturacorea.it)presso l’aula di Cucina dell’Istituto Culturale Coreano in via Nomentana 12 a Roma, saràpossibile partecipare a una lezione speciale di cucina dei templi buddisti. Prima delle lezioni di cucina, dalle 14 alle 18, si potràprendere parte a dei piccoli laboratori artigianali (non necessita di prenotazione, fino ad esaurimento kit) per realizzare fiori di loto in carta, uno dei simboli piùiconici del Buddismo, e stampe di incisioni di simboli e iscrizioni buddisti.

La Cerimonia Barugongyangè l’altro appuntamento fissato pe venerdì 24 maggio dalle ore 12.00 alle ore 14.00 (prenotazione obbligatoria scrivendo a info@culturacorea.it)al Grand Hotel Palace di Roma (via Vittorio Veneto 70). Jeong Kwan guiderà i partecipanti nell’esperienza del “Barugongyang”, il rituale sacro con cui si mangia con gratitudine nei templi buddisti.

 

I posti per entrambe le attività sono limitati, per informazioni è possibile consultare il sito, clicca qui