Houses, chi ci entra è perduto’ è uno spettacolo che non lascia indifferenti.

Fa ridere, ed anche molto, ma fa soprattutto riflettere.

Le donne portate in scena dalle quattro, meravigliose attrici sono nevrotiche, prepotenti, cattive, surreali e, addirittura, anche normali.

Le quattro eccellenti protagoniste, Carla Ferraro, Valentina Martino Ghiglia, Elisa D’Eusanio e Silvia Siravo fanno parte della compagnia ‘Tacchi Misti’ e, forse è un caso, ma di tacchi in questo spettacolo ce ne sono tanti.

Ci sono i tacchi bassi delle due addette alle pulizie che sognano di entrare in quelle case che vedono solo da fuori, i tacchi altissimi, viola e contornati di piume, della donna che prova un approccio sessuale via web e che, alla fine, si ritroverà a fare i conti con l’amara realtà. Ci sono i tacchi alti e splendenti di un paio di scarpe verde acqua indossate da chi, della sua casa, ha fatto un feticcio tanto da indossare un vestito identico al copriletto, fino a fondersi con quello che crede sia la sua priorità.

Insomma, tanti tacchi per altrettante storie di donne, ben sedici, portate sul palco con maestria e leggerezza ma con grande delicatezza, anche nei momenti in cui scappa la parolaccia (mai fuori luogo, ma sempre funzionale alla storia).

Il testo di Andrea Lolli è incisivo e spumeggiante, ma denso di significato.

Ottima la regia di Ferdinando Ceriani che, con mano leggera, ha diretto le quattro attrici lasciando loro (e qui si nota la bravura di chi dirige e non impone) un ampio spazio per dimostrare tutto il talento che ha incantato, commosso e fatto ridere fino alle lacrime tutto il pubblico presente in sala.

Una menzione speciale va a Francesco Pannofino, presente come ‘La Voce di Dio‘ che, con garbo ed ironia ha impreziosito uno spettacolo già di per sè eccellente.