Dal prossimo primo maggio, il Guido Reni District chiude. L’area espositiva aperta nelle ex Caserme del Flaminio, dopo aver attirato centinaia di migliaia di visitatori, dovrà serrare le porte. Ecco per quale motivo

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La notizia è ufficiale. Il Guido Reni District chiude. Le mostre e i locali aperti nelle ex Caserme del Flaminio dovranno quindi serrare le porte. Ma come mai questa decisione?

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Il Guido Reni District chiude: ecco per quale motivo

La società che ha attualmente in gestione gli spazi è la Ninetynine Urban Value, che ha un contratto fino alla fine di aprile. Contratto che, come annunciato non sarà rinnovato dalla Cassa depositi e prestiti, che detiene i diritti sull’area. Anche perché quella di cui si parlava era una riattivazione temporanea dello spazio, una sperimentazione destinata soltanto al breve termine.

Un vero peccato, anche perché le esposizioni e gli eventi presentati in questi anni al Guido Reni District hanno attirato centinaia di migliaia di visitatori.

Cosa succederà ora? Quei 72mila metri quadri potrebbero avere ancora un futuro. La giunta potrebbe approvare il ‘piano Viganò’, che prevede una riqualificazione residenziale, alberghiera e commerciale per gli spazi, affiancata ad un Museo della Scienza. L’altra soluzione è quella di affidare temporaneamente il Guido Reni District ad un’altra società, come fatto finora con la Ninetynine Urban Value.

La grande paura, però, è quella che l’area venga completamente abbandonata a se stessa.

Il Guido Reni District chiude: ecco i commenti del web

Lo fanno capire bene gli utenti web, che sulla pagina Facebook ufficiale del Guido Reni District hanno travolto di commenti il post dove si annuncia la chiusura.

A Roma quando una cosa funziona viene soppressa! Che tristezza”, si legge. Oppure c’è chi si indigna, dicendo che Questa idea è un altro scempio, un altro attacco, una mortificazione per la cultura!!!
All’avanguardia per i ritardi e sempre indietro per le eccellenze…Vergogna!”

Insomma, quale che sia il futuro del Guido Reni District, per ora non sembra che i cittadini romani l’abbiano presa troppo bene.