Teatri di Vetro 13^ edizione, direzione artistica Roberta Nicolai, offre agli spettatori la propria proposta artistica dal 14 al 22 dicembre. 
 
La destinazione è Oscillazioni, al tempo stesso cornice, chiave e meta dell’intero progetto, che propone al Teatro India dal 16 al 22 dicembre una programmazione serrata di spettacoli, performance, congegni scenici, incontri.

Oscillazioni – un claim lungo un triennio – indica il disequilibrio in cui vengono messe le convenzionali posizioni degli spettatori da una parte e degli attori dall’altra, della sala e della scena. L’architettura progettuale, generata da tale obiettivo, si è concretizzata nel far deragliare la creazione restituendola non più soltanto come opera ma anche in una costellazione di eventi minuti, gesti artistici, dispositivi scenici paralleli e difformi che evidenziano e fanno emergere i molteplici livelli della creazione, ponendoli in dialogo con i contesti, sia nelle tematiche che nelle modalità di produzione, includendo i cittadini come produttori di contenuti e attori degli atti performativi, documentando i processi poetici, aprendo al confronto con teorici e studiosi. Il dialogo tra curatela e artisti ha creato le condizioni per “esporre il processo”, ma l’obiettivo non è mostrare qualcosa di incompleto o aprire il back stage, piuttosto creare le condizioni per mettere gli spettatori a contatto con il centro, con quella zona instabile che realmente “muove” la scena.
Paola Bianchi, Qui e Ora, Chiara Frigo, Bartolini/Baronio, Menoventi, Alessandra Cristiani, Teatro Akropolis, Teatro Rebis, Riccardo Guratti, Giovanna Velardi, Carlo Massari/C&C, Giuseppe Vincent Giampino, Massimo Donati, Opera Bianco sono gli artisti invitati alla 13^ edizione.
La tensione verso il reale, la rilettura di fonti, fatti di cronaca, immagini storiche, nodi e crisi della nostra cultura. Dalle immagini dell’archivio retinico di Energheia di Paola Bianchi, alla rilettura di gesti eclatanti che hanno  fatto fare un balzo alla storia di Bartolini/Baronio; dallo studio dell’icona di #TRE di Qui e Ora, all’incarnazione in scena del mito di Demetra di Teatro Akropolis, fino alla trasparenza tra i Negri di Genet e i fatti di Macerata di Teatro Rebis; dalla rilettura della morte di Majakovskij e il rapporto tra pensiero scientifico e pensiero umanistico ne L’incidente è chiuso dei Menoventi all’anatomia del corpo esposto, interrogato, al centro di sistemi relazionali delle coreografie della Alessandra Cristiani, di Riccardo Guratti e Giuseppe Vincent Giampino; dal passaggio dalla figurazione all’astrazione della ricerca tra to act, to do e to perform di Opera Bianco, al Dialogo sul monologo L’Alieno di Massimo Donati (NDN), per arrivare a piccoli affreschi di un tempo divenuto crudele come in Carlo Massari/C&C o inceppato, fragile, come in Giovanna Velardi. Questi sono solo alcuni dei temi che emergono e si destrutturano nella tredicesima edizione di Teatri di Vetro all’interno di un impianto progettuale che espone il processo di creazione come valore, il più alto e sensibile, a partire dal quale costruire una nuova relazione con lo spettatore.