Istantanee dell’assurdo

Radioattivi contrasti di esperimenti ormai maturi per riprendere il discorso dell’assurdo e del surreale nel
teatro, nell’arte, nella letteratura. Intuizione premiata come sempre dalla empatia di un pubblico extraordinario (Alda Fendi).

Con Ionesco, il Rinoceronte e Roma inizia un percorso che proseguirà con Beckett e poi con i film dei surrealisti.
Assurdo come l’enfasi piratesca che rinnova il teatro nel dopoguerra, Ionesco e il suo Rinoceronte sono
paradosso empatico, longevo, sensuale. Con gli autori dell’assurdo, niente è come sembra (Raffaele Curi).

Prima tappa di Istantanee dell’assurdo, ricognizione per immagini tra teatro dell’assurdo e surrealismo, Ionesco, il Rinoceronte e Roma è una action che si svolge presso rhinoceros gallery, la galleria d’arte di rhinoceros, il palazzo progettato da Jean Nouvel per Alda Fendi. Gli spazi della galleria saranno svelati attraverso… delle particolari impronte (vere e simboliche).

Un caleidoscopio di immagini accompagna il visitatore tra installazioni, proiezioni, fotografie, musica, un nuovo Esperimento della Fondazione Alda Fendi, che dal 2001 promuove sperimentazioni che oltrepassano i confini convenzionali tra le discipline: a partire dal nome del
palazzo, che evoca sia l’epoca classica sia il teatro dell’assurdo.

L’installazione Rhinoceros apud Saepta di Raffaele Curi (selezionata dall’ADI per il prestigioso premio
Compasso d’Oro) ha avuto la sua prima sede presso l’Arco di Giano – dal latino ianus, passaggio – illuminata, come lo stesso Arco quadrifronte, dal premio Oscar Vittorio Storaro e da Francesca Storaro, lighting designer. Oggi l’installazione passa dall’Arco di Giano all’interno di rhinoceros gallery.

Il celebre drammaturgo Eugène Ionesco – tra i principali esponenti del teatro dell’assurdo – arriva a Roma festeggiato da mille incontri con i protagonisti del panorama culturale italiano (da Palma Bucarelli a Franca Valeri a Giulietta Masina), nel quale è da sempre presente. Lungo il percorso espositivo, la proiezione de Il Rinoceronte, diretto da Tom O’ Horgan, basato sul testo teatrale di Ionesco, una delle ispirazioni da cui deriva il nome del palazzo, rhinoceros. L’opera è ambientata in
una città in cui si manifesta una epidemia di rinocerontite, che trasforma le persone in rinoceronti.
Serrata critica contro ogni forma di standardizzazione e condanna al conformismo dei luoghi comuni, ha per protagonisti Gene Wilder (attore, sceneggiatore, regista), Karen Black (Easy Rider, Il grande Gatsby, Nashville) e Zero Mostel, attore cinematografico e teatrale, tra i personaggi del mondo dello spettacolo inseriti nella black list di Hollywood durante il Maccartismo.

Tra proiezioni di rinoceronti nella savana, confezioni di Rinostil Rinobalsamico e musiche che vanno
da Patty Pravo a Iggy Pop a Klaus Nomi, Salvador Dali è intervistato per la Rai da Carlo Mazzarella e parla della sua teoria sull’armonia sublime della curva logaritmica del corno del rinoceronte.
La figura del Rinoceronte è da sempre fortemente metaforica: dalla Roma classica a oggi, da Svetonio
a Ionesco, passando per innumerevoli riferimenti e contaminazioni nelle arti visive e performative
e con una idea di poesia unita a forza, forma e non convenzionalità.

Rinoceronte
Dal lat. rhinocĕros -ontis, dal gr. ῥινόκερως, rhinókerōs, comp. di rhís rhinós ‘naso’ e kéras ‘corno’

La mostra sarà aperta al pubblico dal 16 aprile al 30 maggio
Tutti i giorni dalle 10 alle 22
Ingresso gratuito
Per informazioni: (+39) 340 6430435
info@fondazionealdafendi-esperimenti.it
Indirizzo: Via dei Cerchi 21