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Apertura straordinaria Roma San Michele a Ripa

Sabato 23 febbraio, ore 10.00-19.00 (ultimo ingresso alle 18.15)

COSA FAI OGGI – SAN MICHELE A RIPA. IL BELLO RINASCE NEI LUOGHI DEL CARCERE

via di San Michele, 25

Roma San Michele a Ripa
Apertura straordinaria per il FAI. Ingresso e visita a contributo libero, a cura dei volontari FAI

Ripercorrere la straordinaria storia del Complesso monumentale di S. Michele a Ripa Grande vuol dire attraversare la storia di Roma nell’opera di insigni architetti ed artisti che, a partire dai secoli XVII e XVIII fino ai nostri giorni, hanno contribuito a trasformare uno dei luoghi della città deputati al ricovero e all’assistenza dei bisognosi.

Un istituto che seppe coniugare la funzione caritativa con quella educativa e correttiva, tesa a formare gli orfani e gli indigenti, come pure i “giovani discoli inobbedienti”, attraverso laboratori di arti e mestieri, tra cui rivestirono particolare importanza il lanificio, l’arazzeria, la stamperia e la scuola di arti liberali, guidata da autorevoli maestri.

Un mondo a sé stante, sulle rive del Tevere, dove il 2 agosto 1701 papa Clemente XI Albani recandosi in visita al “luogo pio di S. Michele a Ripa Grande” volle aggiungere un braccio di una nuova fabbrica “per racchiuder gli vagabondi e gli ragazzi che non hanno alcuna arte… e farli uscire per grazia quando par erà che habbiano migliorata la cattiva inclinazione”.

Così l’architetto Carlo Fontana ebbe l’incarico di progettare una Casa di Correzione per ragazzi traviati, al fine di recuperarli moralmente avviandoli al lavoro.

Con il compito di restituire dignità ai giovani reclusi, Fontana affidò alla illuminazione un ruolo fondamentale, sia di funzione e di esaltazione dello spazio architettonico sia per fornire luce agli ambienti di vita e di lavoro.
La grande sala centrale infatti era destinata all’attività di tessitura e di lavorazione della lana. Sul modello di questo edificio, prototipo del le carceri di nuova costruzione, trenta anni dopo Ferdinando Fuga progettò l’adiacente Carcere femminile che iniziò a funzionare solo nel 1738.
La struttura, che si affaccia su Porta Portese, ospitava esclusivamente donne condannate per delitti comuni e meretrici: al suo interno le recluse fabbricavano tessuti in un grande ambiente rettangolare a tre ordini di celle sovrapposte e con tre grandi finestre che davano luce alla prigione.
Oggi questo settore delle carceri ospita l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro: un “organismo vivo” all’interno del quale si svolgono attività nel campo del restauro e dell’insegnamento del restauro. Per la peculiarità della sua destinazione originaria e per lo storico contesto urbano nel quale è inserito il S. Michele si presenta quindi come un complesso pulsante: attraverso gli interventi sulle opere d’arte e sui reperti archeologici (dai mosaici agli affreschi, dai marmi ai bronzi)  l’edificio è restituito così alla sua antica funzione di “officina” che conserva ancora oggi una continuità storica “artigianale”, artistica e didattica
Visita culturale, apertura straordinaria per il FAI. Ingresso e visita a contributo libero, a cura dei volontari FAI.
NON è richiesta prenotazione.
Corsie preferenziali per Iscritti FAI.
Apertura dalle ore 10 alle ore 19 in via di San Michele, 25.
Ultimo ingresso alle 18.15.
In caso di grande affluenza le file potrebbero essere chiuse prima dell’orario indicato.
In collaborazione con Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro

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