La famiglia Magnanelli – marito, moglie e figlia, medici e volontari nelle USCAR – ha ricevuto il vaccino contro il Covid: la loro storia.

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Il 27 Dicembre, allo Spallanzani di Roma, hanno ricevuto il vaccino contro il Covid 130 medici. Una giornata memorabile che ha preso subito il nome di Vax-Day.

Fra i primi a ricevere il vaccino c’è anche la famiglia Magnanelli: il marito, Sandro, la moglie, Ada, e la figlia, Elisa. Sono tutti e tre medici e volontari nelle USCAR (Unità Speciali di Continuità Assistenziale Regionale).

Abbiamo avuto la fortuna di incontrare ed intervistare i coniugi: il Dottor Sandro Magnanelli e la Dottoressa Ada Maria Vetere (la Dottoressa Elisa Magnanelli era impegnata nell’assistenza ai pazienti e non ha potuto essere presente). Ci hanno raccontato la loro storia: come e quando si sono uniti ai volontari nella lotta contro il Covid? Com’è cambiata la loro vita da allora? Ecco la nostra intervista.

Vaccino Covid: perchè vaccinarsi?

Come prima cosa abbiamo chiesto ai dottori di spiegarci in breve la procedura di somministrazione del vaccino contro il Covid. La dottoressa Ada Maria Vetere ha prontamente risposto:

(…) si tratta di una iniezione intramuscolare, da fare sul deltoide (…) e la durata della procedura di inoculazione è minima: saranno 3-4 minuti. Dopo di che è necessario aspettare, per prudenza, 15/20 minuti, per eventuali reazioni, diciamo, avverse iniziali.

Abbiamo domandato se dopo l’inoculazione del vaccino contro il Covid si fossero manifestati effetti indesiderati: la risposta della dottoressa Vetere è stata un deciso “no”.

Il giorno dopo abbiamo lavorato 12 ore, noi – compresa nostra figlia – senza nessun problema

Di fronte ai timori che alcuni pazienti potrebbero avere su questa vaccinazione, il dottor Sandro Magnanelli risponde

sostanzialmente è un vaccino inerte: sono proteine contro cui noi formiamo anticorpi. Sono più pericolosi, molto spesso, i farmaci che, invece, contengono dei principi attivi che sono in grado di bloccare enzimi o comunque modificare dei comportamenti del metabolismo e dell’organismo. Quindi forse potrei comprendere di più chi ha paura di degli effetti collaterali di un farmaco piuttosto che di un vaccino.

Medici di base e volontari, in prima linea durante pandemia

Com’è cambiata la vita di questi dottori dallo scoppio della pandemia?

“Se partiamo dall’inizio, a Marzo” racconta la dottoressa Vetere “(…) all’inizio qui, a Roma, il lavoro era completamente mutato”. Non essendo permesso l’accesso diretto ai pazienti, lo studio si era completamente svuotato: i consulti avvenivano al telefono, le richieste per email.

Tanto che io dopo un po’ mi sono stufata e sono partita con la Protezione Civile e sono andata su a Trento dove ho fatto 20 giorni in RSA.

La dottoressa ha documentato la sua esperienza giorno per giorno nel suo blog dal titolo “Appunti di un Medico volontario”. Quando è tornata a fine Aprile lo studio era ancora chiuso al pubblico e da Maggio sono state costituite le USCAR nel Lazio a cui i tre medici si sono uniti subito per portare assistenza ai pazienti.

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Foto: Kikapress / foto di copertina gentilmente concessa dalla famiglia Magnanelli