Roma nella morsa dei blackout: caldo estremo, condizionatori e rete elettrica in crisi

Con l’estate 2025 entrata nel vivo, Roma si trova ad affrontare una raffica di blackout che sta esasperando migliaia di cittadini. Le temperature torride delle ultime settimane stanno spingendo i consumi elettrici verso livelli record, mettendo sotto pressione la rete elettrica cittadina e causando interruzioni prolungate dell’erogazione in varie zone della Capitale.

Blackout a raffica: Roma al buio

In molte aree della città, come Esquilino, Prati e Monte Mario (CAP 00136), si sono verificati blackout lunghi anche fino a 36 ore.

Su X (ex Twitter), centinaia di utenti stanno documentando con rabbia e frustrazione l’assenza di elettricità: frigoriferi e medicinali da buttare, anziani e bambini in condizioni critiche, e un senso diffuso di abbandono. I commenti puntano il dito contro Areti, la società del gruppo Acea responsabile della distribuzione elettrica, accusata di ritardi negli interventi e scarsa comunicazione con l’utenza.

“Senza corrente da 24 ore e andiamo per le 36. Roma nord. Centralina fatiscente o personale poco esperto?” scrive un utente.
“Siamo al quarto blackout di 9-10 ore in meno di 20 giorni” denuncia un altro.

Rete sotto stress: il ruolo dei condizionatori

Il responsabile principale di questa crisi elettrica è il picco di consumo dovuto ai climatizzatori. Accesi a lungo in abitazioni, uffici e negozi per contrastare il caldo estremo, i condizionatori generano un’enorme richiesta di energia concentrata in poche ore del giorno, causando surriscaldamenti, guasti e interruzioni della fornitura.

Un solo climatizzatore può consumare più di un frigorifero (in media 450 contro 300 kWh all’anno), ma il problema maggiore è il loro utilizzo intensivo e simultaneo, che genera picchi difficili da gestire. Il 1° luglio 2025 si è sfiorato un nuovo record nazionale di consumo elettrico: 56 gigawatt all’ora, poco sotto il massimo storico di 58,87 GW/h registrato nel 2023.

Una tendenza globale

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, circa il 15% dell’elettricità mondiale è oggi destinato al raffrescamento degli ambienti chiusi, e la domanda è destinata a crescere del 20% entro il 2035, complice il cambiamento climatico e la diffusione dei condizionatori nei Paesi in via di sviluppo.

Roma, come molte altre città italiane, sta diventando sempre più vulnerabile a questi stress estivi, mentre le infrastrutture elettriche – spesso datate – faticano a reggere il passo.

Cosa fare?

In attesa di risposte concrete da parte delle autorità e dei gestori di rete, resta fondamentale adottare comportamenti più consapevoli: utilizzare i condizionatori in modo intelligente, evitare sprechi e considerare soluzioni alternative come la coibentazione degli ambienti e l’utilizzo di ventilatori nelle ore meno calde.

Nel frattempo, i romani restano in attesa di interventi rapidi e di una pianificazione a lungo termine che eviti il ripetersi di questi disagi. Perché, come scrive ironicamente qualcuno online, “Roma sembra ormai la capitale del Burundi. Ma con più condizionatori.”