Avete mai fatto caso alla palla della Cupola di San Pietro a Roma? E’ la sfera più alta della città e nasconde molti segreti

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La cupola di San Pietro è una delle parti più interessanti del Vaticano che attira molti visitatori che restano folgorati dalla sua bellezza e maestosità. In particolare, però, nessuno ha mai fatto riferimento alla sfera che eregge la croce.

Si tratta dell’elemento più alto che nasconde in sé molti segreti. Avete mai sentito parlare della Palla sacra?

La Palla sacra della cupola di San Pietro: storia e curiosità

Tutti sanno che la cupola di San Pietro è stata progettata da Michelangelo ma cosa sappiamo, invece, sulla Palla sacra? Si tratta di una sfera in bronzo laminato d’oro che sovrasta la struttura. Da lontano appare molto piccola ma in realtà è grande tanto da poter ospitare fino a venti persone. Per tutta la metà del XX secolo è stata accessibile ai visitatori, oggi, invece, è stata chiusa per questioni di stabilità.

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Raggiungerla è possibile per mezzo di una stretta scala a pioli alta sei metri, che parte dalla loggia del lanternino e si dirige a perpendicolo all’interno dello stelo cavo che sostiene la sfera, fino a condurre a uno stretto pertugio, largo circa ottanta centimetri, per mezzo del quale si accede all’interno della sfera.

San Pietro

Dall’interno della Palla sacra è possibile godere del panorama di Roma dal suo punto più alto, visto che tra le 50 lamine in bronzo che la formano si aprono quattro fessure, corrispondenti ai quattro punti cardinali.

Il viaggiatore statunitense William M. Gillespie, in visita nella Città Eterna nel 1844 avrebbe scritto in un suo resoconto:

Dovemmo salire ancora un’altra rampa che si svolge attorno alla lanterna e infine arrivammo sulla cima, ai piedi dello stelo che sostiene la sfera e la croce. […] Una persona prudente non vorrebbe proprio far parte dei sedici, visto che, con solo due amici oltre a me, la sfera sembrava oscillare avanti e indietro e cedere ad ogni colpo di vento. Istintivamente tememmo che la sottile lastra di rame di cui è fatta potesse rompersi o che il nostro peso potesse farla vacillare e cadere dalla superba altezza, per poi rimbalzare dalla lanterna sulla cupola del tetto, fino a schiantarsi al suolo col suo prezioso contenuto, a quattrocentotrenta piedi dal punto di distacco. Non rimanemmo lì a lungo”.

FOTO: SHUTTERSTOCK