Il 18 maggio picnic performativo a Villa De Sanctis per presentare il programma del Roma Borgata Festival, tra teatro, circo, e grandi nomi come Elio Germano
C’è chi dice che Roma si viva davvero solo se la attraversi fuori dalle cartoline, oltre i sanpietrini del centro: il Roma Borgata Festival, il festival diffuso delle borgate e delle periferie romane, sembra pensarla così. Torna da maggio a settembre con un’edizione 2025 più viva che mai, con un’apertura da segnare in rosso sul calendario: il 18 maggio a Villa De Sanctis, per un pic-nic performativo che è tutto tranne che un banale brunch all’aria aperta.
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Nel Municipio V, tra coperte stese e performance artistiche, si svelerà il programma che animerà le periferie romane per tutta l’estate. Da Centocelle al Trullo, da Torpignattara al Corviale, la cultura scende in strada, si infila nei bar, nei mercati, nei cortili ATER e tra le panchine dei parchi, per incontrare il pubblico dove vive, lavora, gioca. Non è solo una questione di spazio, ma di sguardo: il festival punta infatti a fare della periferia un centro pulsante di espressione e comunità.
«Portiamo l’arte fuori dai luoghi istituzionali della cultura, calandola negli spazi del vivere quotidiano», spiega la direttrice artistica Alessandra Muschella, alla guida di una proposta tanto audace quanto necessaria. L’obiettivo? Rimettere al centro le persone e i quartieri, far emergere storie spesso invisibili, raccontarle con i linguaggi più diversi e restituirle al territorio come occasione di incontro.
Il programma: storie, musica, risate e una dose sana di teatro popolare
Ci sono i grandi ritorni, come Operai all’Opera di E45 che quest’anno ribalta il “Rigoletto” con la voce degli addetti ai lavori, tra satira e lirica nei cortili popolari. C’è Bar Campioni, che porta il teatro nei bar del quartiere raccontando lo sport come occasione di riscatto, e debutta con “Pesi massimi” di Emiliano Morana, un omaggio a chi combatte ogni giorno dentro e fuori dal ring.
Ma non mancano le chicche da appassionati, come Il Sogno di una Cosa, l’opera pasoliniana rivisitata da Elio Germano e Teho Teardo, o l’Omaggio a John Williams, dove le colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema prendono vita in scena.
Danza, circo, laboratori e passeggiate poetiche
Il programma è trasversale e coinvolgente. La compagnia Kodance firma Materica, laboratorio di danza partecipata, e le “Pillole Urbane”, incursioni coreografiche site-specific. Il circo contemporaneo sarà protagonista ogni weekend, con attività pensate per adulti e bambini. E poi ci sono le “Street Stories”: passeggiate tra poesia e musica che riscoprono i quartieri ascoltando quello che i muri e l’asfalto hanno da raccontare.
Il Roma Borgata Festival, progetto di A.S.A.P.Q., con il sostegno del MiC e Regione Lazio, è figlio diretto de La Città Ideale, ma qui la scommessa si radicalizza: non più solo portare lo spettacolo dal vivo dove non arriva, ma radicare l’arte in quel tessuto umano fatto di contraddizioni, fatica, inventiva e bellezza grezza che sono le periferie romane. Il festival non si accontenta di “arrivare”, vuole restare, farsi pratica quotidiana, abitudine condivisa, voce di un’identità collettiva.
La prenotazione per l’evento inaugurale è obbligatoria (qui il link), ma ciò che conta davvero è il messaggio: la cultura non è un lusso per pochi, è un diritto per tutti. E a Roma, in borgata, questo diritto si trasforma in festa.