Un restauro da vedere: a Roma il Sarcofago degli Sposi torna alla luce sotto gli occhi dei visitatori

Il Sarcofago degli Sposi è un’opera risalente all’arte etrusca, plasmato nell’argilla nel 530-520 a.C. e ritrovato nel 1881, presso la Necropoli della Banditaccia di Caere (Cerveteri), in 400 frammenti. Sito all’interno del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, oggi torna ad essere visitabile a tutti.

Sarcofago degli sposi a Roma: quando e come visitarlo

Il Sarcofago degli Sposi a Roma è stato restaurato più volte tanto da considerala un’opera dalle infinite vite. La sua seconda vita rimanda alla ricomposizione in splendida unità quasi 150 anni fa, la sua terza è quella attuale.

Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma ha realizzato un allestimento di un cantiere di restauro aperto al pubblico, dove ogni martedì e giovedì dalle 10 alle 13 chiunque può ammirare l’opera. Si tratta, dunque, di un restauro aperto.

Leggi anche: —  Sai perché il Colosseo è crollato solo per metà? Ecco cosa c’è sotto all’attuale forma asimmetrica

“A rendere possibile questo intervento è stato il sostegno concreto di un mecenate, grazie allo strumento dell’ArtBonus, che continua a rappresentare un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, capace di generare valore e qualità. – ha affermato Massimo Osanna, Direttore generale Musei, alla conferenza stampa di presentazione del progetto – Apprezzabile ed efficace la scelta del Museo di aprire al pubblico il laboratorio di restauro, per condividere quel lavoro di indagine e cura che solitamente si svolge dietro le quinte”.

Il contributo prezioso dei restauratori

Osanna ha ringraziato pubblicamente i restauratori che hanno lavorato al progetto che con il loro lavoro contribuiscono a fare restare immutato e eterno il patrimonio artistico del nostro territorio, conservando e valorizzando anche e soprattutto le opere che rischiano di restare mute. “Grazie al loro intervento possono invece raccontarsi, diventando comprensibili e accessibili a tutti i pubblici”. Ha concluso. Il museo, quindi, si trasforma in un vero e proprio laboratorio creativo.

FOTO: SHUTTERSTOCK