Il Plastico di Roma Imperiale può essere ammirato nel Museo della civiltà romana. Ecco alcune curiosità che dovresti conoscere prima di andarlo a vedere

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Un plastico molto pregiato è conservato nel Museo della civiltà romana all’Eur. Mussolini incaricò l’archeologo Italo Gismondi di creare il modello in scala della Roma Imperiale. L’autore fu così scrupoloso che ci vollero ben 35 anni per completarlo. La commissione infatti risale al 1933, con la ricostruzione del solo centro monumentale, per la Mostra Augustea della Romanità. Il plastico fu completato nel 1955 e collocato al livello seminterrato del Museo della civiltà romana (attualmente chiuso al pubblico). L’opera è in scala 1:250, circa centocinquanta telai assemblati e costruito in gesso alabastrino, con armature in metallo e fibre vegetali. Gismondi continuò a lavorare sul modello in scala, aggiungendo dettagli, fino a tre anni prima della sua morte – che lo colse a 87 anni.

Le curiosità sul plastico della Roma Imperiale: dove l’avete visto?

Il plastico della città di Roma Imperiale è basata su tutte le fonti disponibili all’epoca, a partire dalla mappa “Forma Urbis” di Rodolfo Lanciani (del 1901). Questo modello in scala così preciso e ricco di dettagli è un vero tesoro per archeologi e storici a lavoro sul suolo romano. Infatti l’accuratezza nei dettagli e nella collocazione dei luoghi nel plastico è di notevole aiuto per indagare sui ritrovamenti di oggetti, manufatti o resti di edifici che spesso emergono dagli scavi a Roma.

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La ricostruzione è talmente accurata da essersi guadagnata un posto sul grande schermo. Non ci credete? Eppure è proprio così: se avete visto “Il Gladiatore” almeno una volta, sicuramente avete goduto della vista del famoso plastico. È noto, infatti, che Ridley Scott scelse proprio di utilizzare il modello in scala per realizzare alcune delle vedute che compaiono nel celebre film con Russell Crowe.

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