Opening Romaeuropa Festival: Afanador

Presentato in conferenza stampa  Afanador, spettacolo che inaugurerà il 4 e 5 settembre al Teatro dell’Opera di Roma il  40esimo Romaeuropa Festival. Sono intervenuti: S.E. Miguel Fernàndez-Palacios M. – Ambasciatore di Spagna in Italia,  Guido Fabiani – Presidente Fondazione Romaeuropa, Monique Veaute – Vicepresidente      Vicario Fondazione Romaeuropa, Francesco Giambrone – Sovrintendente Teatro dell’Opera di Roma, Silvia Scozzese – Vicesindaco di Roma Capitale, Lorenzo Tagliavanti – Presidente Camera di Commercio di Roma, Simona Renata Baldassarre – Assessore Cultura, Pari Opportunità, Politiche Giovanili della Famiglia, Servizio Civile della Regione Lazio, Fabrizio Grifasi – Direttore Generale e Artistico Fondazione Romaeuropa, Marcos Morau – Coreografo.  In conferenza stampa inoltre, Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, ha inviato un messaggio in cui ha annunciato che consegnerà agli organizzatori il riconoscimento della Medaglia della Camera dei Deputati per la visione che, anno dopo anno, continua a rendere il Romaeuropa Festival un punto di riferimento nazionale e internazionale. Nel segno del dialogo culturale tra Italia e Spagna inaugura, il 4 settembre, la quarantesima edizione del Romaeuropa Festival diretto da Fabrizio Grifasi. Per il secondo anno al Teatro Costanzi, grazie alla co-realizzazione con il Teatro dell’Opera di Roma, l’opening del Romaeuropa Festival 2025 si inserisce nelle celebrazioni dei 160 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Spagna e vede protagonista, il 4 e il 5 settembre il prestigioso Ballet Nacional de España diretto da Rubén Olmo, alla sua prima collaborazione con Marcos Morau. Per l’occasione, il coreografo tra i più acclamati del momento, porta in scena in prima nazionale – con il supporto dell’Ambasciata di Spagna, dell’Istituto Cervantes e di Banca Ifis – Afanador, spettacolo ispirato al leggendario fotografo colombiano Ruvén Afanador, noto per il suo stile unico, capace di trasformare la moda, il ritratto e la danza in visioni oniriche e surreali. Sono famosissimi i suoi ritratti di grandi stelle del flamenco come Israel Galván, Matilde Coral, Eva Yerbabuena, José Antonio e lo stesso Rubén Olmo, che hanno ridefinito l’immaginario della tradizione andalusa, svelandone una bellezza mistica e fuori dal tempo.Quando ho iniziato ad allestire questo spettacolo, ispirato e affascinato dai libri di Afanador “Ángel Gitano” e “Mil Besos”, sapevo che non sarebbe stato un semplice tentativo di imitare la bellezza in essi contenuta poiché le magistrali sessioni fotografiche dell’artista in Andalusia sono irripetibili. Sarebbe impossibile ricreare quell’alchimia tra il fotografo e i personaggi di grande carisma che ha ritratto. “Afanador” osserva il flamenco attraverso una lente deformante, una lente fatta di sogni, desideri e ricordi. Il suo sguardo surrealista è molto simile allo sguardo sul mondo che si è sviluppato nel lavoro di questi anni con la mia compagnia, La Veronal: uno sguardo che cerca di non rappresentare il mondo esistente, ma di inventarne di nuovi spiega Marcos Morau. Su questa scia, insieme a 33 danzatori del Balletto e 9 musicisti, con la drammaturgia di Roberto Fratini, le musiche originali di Juan Cristóbal Saavedra e gli interventi sonori di Maria Arnal, Morau traduce la fotografia in movimento e musica, trasformando l’immaginario dell’artista in un universo coreografico visionario.Sul palcoscenico una catena di metafore, intrecciano immagini surreali, iconografia flamenca e riferimenti alla tradizione spagnola. Il risultato è un’opera enigmatica che tiene insieme tradizione e avanguardia, danza, fotografia e musica, un omaggio ad un grande artista che è anche il racconto di un importante pezzo di storia della danza internazionale. Il programma della prima settimana della quarantesima edizione del Romaeuropa Festival prosegue all’insegna della danza internazionale e del dialogo tra generazioni. Se l’8 e il 9 settembre al Teatro India, in co-realizzazione con Short Theatre, Anne Teresa De Keersmaeker presenta in prima nazionale A little bit of the moon, lavoro al confine tra danza e teatro costruito insieme al regista, autore e artista visivo libanese Rabih Mroué, il 9 e il 10 settembre l’Auditorium Conciliazione ospita la Dresden Frankfurt Dance Company con un double bill (nell’ambito dei percorsi costruiti con Dance Reflections by Van Cleef & Arpels) che lega passato e presente della compagnia. A inaugurare la serata è l’ultima coreografia destinata al palcoscenico firmata da William Forsythe, figura cardine della danza contemporanea, che ha guidato dal 1984 al 2004 il Ballett Frankfurt e, dal 2005 al 2015, The Forsythe Company, poi ribattezzata Dresden Frankfurt Dance Company. In questa nuova creazione basata sull’improvvisazione («È il mio modo di dire addio» ha affermato il coreografo), Forsythe costruisce una cornice chiara e rigorosa all’interno della quale lascia emergere combinazioni imprevedibili, invitando i danzatori a spingersi fino all’estremo delle proprie possibilità e il pubblico a seguire questa esplorazione come un organismo vivo, in continuo mutamento. Il testimone passa quindi al coreografo e danzatore greco Ioannis Mandafounis, formatosi proprio all’interno della Forsythe Company e oggi direttore della Dresden Frankfurt Dance Company. Con Lisa, propone un esperimento di “coreografia dal vivo” in cui i danzatori prendono possesso spontaneamente del palcoscenico, guidati dalle musiche di Gabriel Fauré e dalle parole del poeta e saggista Osip Mandel’štam. Tra eredità e innovazione, la compagnia intreccia la visione storica di Forsythe con le più radicali sperimentazioni contemporanee, offrendo al pubblico un ritratto unico della danza come arte in continua trasformazione.

Tutto il programma della quarantesima edizione del Romaeuropa Festival su romaeuropa.net

Bio

Marcos Morau | Per la prima volta al Romaeuropa Festival nel 2013 con la sua compagnia La Veronal e lo spettacolo Siena, Marcos Morau (Valencia, 1982)  è oggi uno dei punti di riferimento della danza contemporanea spagnola e internazionale. Si è formato tra Barcellona e New York in fotografia, movimento e teatro, crea mondi surreali in cui movimento e immagine si fondono. Laureato con lode all’Institut del Teatre di Barcellona, ha studiato anche fotografia e drammaturgia, conseguendo un Master in Teoria della Drammaturgia. Da oltre dieci anni dirige La Veronal, curando coreografie, scenografie, costumi e luci. Il suo lavoro è stato presentato in più di 30 paesi, con tappe in festival e teatri prestigiosi: oltre al Romaeuropa Festival il Théâtre National de Chaillot, la Biennale di Venezia, il Festival d’Avignone e il Sadler’s Wells di Londra. Collabora con compagnie di fama mondiale come Nederlands Dans Theater, il Balletto dell’Opera di Lione, Les Grands Ballets Canadiens e il Balletto Reale Danese. È il più giovane Premio Nazionale di Danza in Spagna e ha ricevuto premi come il FAD Sebastià Gasch e il Danza&Danza italiano. Dal 2024 è artista associato dello Staatsballett di Berlino, dove presenterà nuove creazioni annuali. Inoltre, è stato nominato artista associato di Triennale Milano Teatro per il triennio 2025-2027. Insegna in istituzioni come l’Institut del Teatre e la Sorbonne Nouvelle. 

Il Ballet Nacional de España (BNE), diretto da Rubén Olmo dal 2019, è la compagnia pubblica di riferimento per la danza spagnola sin dalla sua fondazione nel 1978 con Antonio Gades come primo direttore. Fa parte dell’INAEM, ente del Ministero della Cultura e dello Sport. Il BNE ha la missione di preservare, diffondere e trasmettere il ricco patrimonio coreografico spagnolo nelle sue diverse forme: danza accademica, folklore, scuola bolera e flamenco. Promuove la crescita di nuovi pubblici e l’espansione nazionale e internazionale della danza indipendente. Il Piano Direttivo attuale equilibra la conservazione del repertorio tradizionale con la creazione contemporanea, aprendo la compagnia a coreografi e artisti innovativi. Inoltre, il BNE organizza laboratori formativi per la specializzazione professionale. Per ampliare la diffusione della danza alterna grandi produzioni con spettacoli sperimentali, incoraggiando la sostenibilità economica e collaborazioni tra istituzioni pubbliche e private. Ha inoltre avviato iniziative con il mondo della moda, visite didattiche e progetti educativi come libri e persino videogame. Riconosciuto con prestigiosi premi nazionali e internazionali, il BNE ha ricevuto il Premio della Critica al Miglior Spettacolo Straniero (1988, Metropolitan di New York), il Premio del Festival di Jerez (2018) e il Premio Extraordinario alle Arti Sceniche (2010) dal Festival del Cante de las Minas per il suo contributo al flamenco.

Crediti

Idea e direzione artistica: Marcos Morau
Coreografia: Marcos Morau & La Veronal, Lorena Nogal, Shay Partush, Jon López, Miguel Ángel Corbacho
Drammaturgia: Roberto Fratini
Scenografia: Max Glaenzel
Scenografia: Mambo Decorados e May Servicios para Espectáculos
Costumista: Silvia Delagneau
Costumista: Iñaki Cobos
Composizione musicale: Juan Cristóbal Saavedra
Collaborazione speciale: Maria Arnal
Musiche per Minera e Seguiriya: Enrique Bermúdez e Jonathan Bermudez
Testi TemporeraTrillaLivianaBambera e Seguiriya: Gabriel de la Tomasa
Disegno luci: Bernat Jansà
Design e dispositivi elettronici: José Luis Salmerón de la CUBE PEAK
Progettazione audiovisiva: Marc Salicrú
Fotografia: Ruvén Afanador
Scenografia: Carmela Cristóbal
Copricapi: Juanjo Dex
Consulenza parrucchieri: Manolo Cortes
Consulenza per il trucco: Rocìo Santana
Calzature: Gallardo

Progetto speciale

Nell’ambito dei 160 anni delle relazioni diplomatiche Italia – Spagna