Nel cuore pulsante di Roma, a due passi dal via vai instancabile della Stazione Termini, l’Hotel Diana celebra il Natale con una dichiarazione d’intenti chiara: rinnovarsi restando profondamente romano. E lo fa puntando su cucina, accoglienza e convivialità, trasformando le festività in un’occasione per restituire alla città uno dei suoi indirizzi storici.
La prima grande novità è la riapertura del Diana Cocktail Bar, al pianterreno, che torna finalmente a vivere dopo la chiusura post Covid. Ridisegnato in chiave contemporanea, tra toni caldi di rosso mattone e tortora, il bar si propone come nuova oasi urbana: un rifugio elegante e rilassato dove fermarsi dalle 12 alle 18 per un menu all day pensato per chi lavora in centro, per chi è di passaggio o per chi vive Roma ogni giorno. Piatti vegani, bowl, insalate dal respiro internazionale e pinse croccanti convivono con lo spirito informale della Capitale. Dal tardo pomeriggio, spazio agli aperitivi gourmet e ai cocktail firmati da Gianluca Storchi, impreziositi dal Caelum Dry Gin, prodotto nella campagna romana: un dettaglio che racconta un legame autentico con il territorio.
Ma è salendo verso i tetti di Roma che la visione gastronomica dell’Hotel Diana prende davvero forma. Al ristorante L’Uliveto Roof Garden nasce una cucina a quattro mani che guarda lontano senza perdere di vista le radici: accanto al resident chef Alessandro Pinca arriva Umberto Vezzoli, globetrotter dei fornelli che rientra nella Capitale portando con sé suggestioni internazionali. Insieme firmano una proposta contemporanea, immediata, capace di fondere il Lazio più autentico con un’estetica cosmopolita.
Il menu delle feste è un viaggio che parte da Roma e ritorna a Roma, passando idealmente per Bretagna, Normandia ed Estremo Oriente. Il risotto con lenticchie e petto d’anatra affumicato dialoga con la tradizione natalizia italiana, mentre il polpo in tempura con ceci e bottarga gioca su contrasti mediterranei dal respiro globale. Il carré di agnello alle erbe con cavolo rosso e cannella profuma d’inverno europeo, ma resta ancorato a una materia prima selezionata con rigore.
A fare da filo conduttore è il km laziale caro a Pinca: dalle uova delle Galline Felici, allevate libere nel nord di Roma, fino alla tacchinella proveniente dalla provincia di Viterbo. Un racconto di filiera che restituisce centralità al territorio e rafforza l’identità romana dell’offerta, senza rinunciare alla creatività.
«Roma è per definizione una città di passaggi, incontri e ritorni», spiega Caterina De Angelis, amministratrice delegata e responsabile food&beverage dell’hotel. Ed è proprio questo spirito che l’Hotel Diana vuole intercettare: diventare non solo una destinazione per chi arriva in città, ma un punto di riferimento anche per i romani, lontano dal caos eppure immerso nella sua energia.
Tra cocktail, cucina d’autore e un’accoglienza che parla il linguaggio della Capitale, il Diana sceglie il Natale per rilanciare il suo dialogo con Roma. Perché, oggi più che mai, la città ha voglia di luoghi che sappiano raccontarla con gusto, misura e un pizzico di visione.