Promosso dall’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros, il nuovo organismo diventa ora ufficialmente operativo, ponendosi come modello replicabile anche in altri territori della Capitale
Lavorare con la cultura non è semplice, farlo in una città dalle molteplici iniziative ed attività come Roma, considerando la dualità fra l’immenso patrimonio materiale del centro storico e quello, materiale ed immateriale, delle periferie, lo è ancora meno: a fine giugno è nato uno strumento innovativo, il primo strumento consultivo in Italia interamente dedicato al patrimonio culturale immateriale, che andrà a snellire i processi e a dare risalto a tutta una serie di iniziative.
Lo strumento consultivo è stato presentato il 30 giugno nel Municipio V ed è una novità assoluta a livello nazionale, destinata a incidere profondamente nel modo in cui si valorizzano le espressioni culturali delle comunità attraverso questo strumento consultivo.
Promosso dall’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros, in stretta collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina, l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell’Università La Sapienza e l’Associazione Simbdea, il nuovo organismo, questo strumento consultivo, è stato istituito formalmente a marzo 2025 tramite una direttiva della Giunta municipale e diventa ora ufficialmente operativo, ponendosi come modello replicabile anche in altri territori della Capitale.
L’obiettivo dello strumento consultivo è chiaro: dare voce e spazio a quel patrimonio “vivente” fatto di saperi, pratiche, riti, espressioni artistiche, memorie e tradizioni tramandate oralmente, spesso invisibili rispetto ai grandi monumenti, ma centrali per le identità delle comunità locali. Un patrimonio che, secondo la definizione della Convenzione UNESCO del 2003 (ratificata in Italia nel 2022), rappresenta la linfa vitale della cultura contemporanea e della trasmissione intergenerazionale.
Si avvia così un percorso che rafforzerà il ruolo di Roma come modello europeo nello studio e nella promozione del patrimonio culturale immateriale, dando voce e riconoscimento concreto dell’attività delle tante comunità patrimoniali, in piena coerenza con i principi della Convenzione di Faro, grazie allo strumento consultivo.
L’auspicio è che questo strumento consultivo possa essere replicato in altri Municipi, contribuendo a posizionare Roma in un ruolo di primo piano nel panorama internazionale degli studi e della promozione del patrimonio culturale immateriale.