È stato un concerto indubbiamento memorabile quello che ha visto protagonisti i Muse a Rock in Roma il 18 giugno.

Memorabile per l'eccellente performance del gruppo, per il carisma del frontman Matt Bellamy, per la capacità dell'intera band di tenere il palco per due ore…ma anche per la fila interminabile e la mobilità cittadina "fuori controllo" che ha seguito uno dei concerti più attesi della capitale.

Muse a Roma polemiche e traffico in tilt: la petizione su Change.org

A fine concerto, infatti, spettatori e cittadini hanno subìto ore di immobilismo nel traffico, per non parlare dell'attesa di autobus e mezzi pubblici, bloccati dalle tante (troppe) macchine.

Se in tanti hanno accettato lo scotto da pagare per aver assistito a un evento di altissimo livello artistico, altri hanno deciso di affidare al web una vera e propria petizione per farsi rimborsare spese e biglietti.

Muse a Roma polemiche: l'attacco a Comune e organizzatori

"È inaccettabile" si legge nel testo della petizione online su Change.org "che nella Capitale d'Italia vengano autorizzati eventi in cui viene lesa la libertà individuale, la sicurezza e il benessere fisico degli avventori. L'evento si è svolto all'insegna dell'illegalità, numerose norme di sicurezza sono state ignorate, a più riprese si sono verificate situazioni di pericolo per i presenti seguite da svenimenti e malesseri, il numero di partecipanti era decisamente superiore a quello che la location era in grado accogliere, l'organizzazione dei trasporti pubblici e della mobilità in generale è stata pessima, al punto che centinaia di persone sono rimaste segregate per ore all'interno delle proprie automobili o presso la stazione ferroviaria Capannelle, nel tentativo di abbandonare la location dell'evento. Si richiede pertanto un immediato rimborso di tutte le spese dimostrabili sostenute dagli avventori (biglietto, viaggio, alloggio), al fine di scongiurare l'inevitabile azione legale collettiva contro il Comune di Roma e gli organizzatori The Base srl".

Muse a Roma polemiche: in poche ore la petizione online ha già raggiunto oltre 500 adesioni.