Tre giorni di storie, musica e resistenza culturale hanno trasformato Borghetto San Carlo in un’oasi di incontri e dialoghi tra autori, editori e lettori. Dal 12 al 14 settembre, la prima edizione romana di Liberi sulla Carta ha animato il Borghetto San Carlo con 25 appuntamenti e oltre 50 protagonisti tra scrittori, giornalisti, artisti e operatori culturali. Il pubblico ha risposto con entusiasmo, riempiendo i casali e i prati di questo luogo simbolico della campagna romana, trasformato in un laboratorio di comunità e cultura condivisa.
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«La rinascita di Liberi sulla Carta è stata una festa, con una partecipazione altissima, anche emotiva, a ogni appuntamento – racconta il direttore artistico Fabrizio Moscato – sebbene ci trovassimo in una nuova location e dopo due anni di attesa. È la dimostrazione di quanto ci sia bisogno di eventi culturali liberi, accessibili e di qualità, anche in luoghi non convenzionali».
Sul palco si sono alternati nomi di primo piano della cultura italiana:
- Giuliana Sgrena, in dialogo con Sandro Medici, ha raccontato il suo libro Me la sono andata a cercare e la sua esperienza di giornalista di guerra.
- Maria Grazia Calandrone ha emozionato il pubblico con Magnifico e tremendo stava l’amore, unendo poesia, cronaca e riflessione sociale.
- Anna Foglietta, accompagnata dalle percussioni di Alessia Salvucci, ha letto pagine di Paola Caridi sulla cultura palestinese e raccontato l’impegno di Every Child is my child per i bambini in zone di conflitto.
- Nicola Lagioia ha incantato al tramonto con uno spettacolo che ha intrecciato incipit celebri della letteratura alle musiche di Rossini, eseguite a quattro mani da Federico De Antoni e Sara Ferrandino.
Non sono mancati momenti di forte intensità con lo spettacolo Libera di Cecilia Lavatore e Marta La Noce, il ricordo di Refaat Alareer, i monologhi di Valerio Aprea, le Storie di antifascismo senza retorica di Arturo Bertoldi e Max Collini, il Tropico del Fango di Cristiano Cavina e le storie di calcio e libertà di Daniele Ognibene e Alberto Antonio Dandolo.
Le giornate sono state arricchite da laboratori di scrittura creativa, presentazioni accessibili con interprete LIS, attività per bambini e la premiazione del concorso nazionale Premio Arthé.
Liberi sulla Carta chiude la sua prima esperienza romana con un messaggio chiaro: nel 2026 tornerà ancora più grande, più inclusiva e più libera.