Storia della rosetta, il pane scelto per tante merende: sapevate che la ricetta non è originaria di Roma? Ecco come è arrivata nella Capitale

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Togliere il cappuccio alla rosetta per infilarci una fetta di mortadella e poi… addentare!

Ecco uno dei ricordi da bambini di tantissimi romani. Quante golose merende con questa pagnotta – fragrante, dalla forma inconfondibile – unita a salumi, marmellate, o semplicemente condita con olio e sale.

Eppure non tutti sanno che la rosetta non è il vero pane di Roma.

Il panino tipico romano è un altro: la ciriola!

Un pane croccante all’esterno e con tanta mollica all’interno; la ciriola è economica e si conserva a lungo – tutto il contrario della rosetta che invece deve essere mangiata fresca, altrimenti diventa presto gommosa.

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Inoltre la rosetta non è stata neanche inventata a Roma: la ricetta originale è quella della Michetta, la pagnottina milanese, ispirata a sua volta al kaisersemmel austriaco. La particolarità di questo pane è il vuoto al suo interno – non ha la mollica; si realizza con la farina bianca raffinata e il lievito di birra stabile. A Roma si impose nelle panetterie dopo la seconda guerra mondiale, col boom economico degli anni ’50.

Rosetta e ciriola in declino: sempre meno richieste in panetteria

(Purtroppo) anche le merende cambiano. Al banco del pane ormai sono sempre più richieste farine particolari – come quelle al kamut, al farro, di segale, addirittura di grani antichi o semplicemente gluten free, visto il diffondersi della celiachia.

La farina 00, ingrediente fondamentale di rosetta e ciriola, viene sempre meno utilizzata e quindi purtroppo questi due capisaldi della tavola romana stanno lentamente scomparendo dalle panetterie.