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Purtroppo per il secondo anno consecutivo salta la rievocazione storica della morte di Giulio Cesare a cura dell’Associazione del Gruppo Storico Romano che si sarebbe dovuta svolgere, come consuetudine, presso gli scavi di Largo Argentina.

Quest’anno la manifestazione non avrà luogo per motivi legati al contenimento del Covid e per dei lavori che verranno effettuati sul sito.

UBI MAIOR MINOR CESSAT!

Il Gruppo Storico Romano, associazione di divulgazione e rievocazione storica dedicata alla Roma antica, mette in scena ogni anno uno degli eventi più importanti della Storia dell’Umanità: l’assassinio di Giulio Cesare.

Dopo la rappresentazione teatrale in abiti storici, dove assisteremo alle riunioni del Senato, alle discussioni dei congiurati e al cruento assassinio del grande militare e politico romano, parte generalmente con il corteo funebre (a cura della X Legio di Giuseppe Cascarino) che porta il pubblico presso il Tempio di Cesare ai Fori Imperiali, dove vengono proposti altri inserti teatrali dedicati ai personaggi vicini al “Divo Giulio” e vengono inscenati, in lingua originale, i celebri monologhi di Bruto e di Marco Antonio (scritti da William Shakespeare nella sua opera “Giulio Cesare”) proprio nel luogo storico dove, 2000 anni fa, si svolsero i funerali di Giulio Cesare e dove avvennero le celebri orazioni dei due senatori. Un avvenimento imperdibile per gli appassionati di Storia e della Città di Roma.

Se si chiede a qualsiasi storico, studente, storiografo o politico, Gaio Giulio Cesare è sicuramente annoverabile tra gli uomini più importanti e influenti di tutta la Storia. Era il marzo del 44 a.C., Cesare si apprestava ad iniziare una riunione con il Senato ignaro di una congiura che lo avrebbe ucciso, organizzata da una serie di personalità legate al Senato di Roma, tra cui i celebri Bruto (Marco Giunio Bruto) e Cassio (Gaio Cassio Longino). Il grande Cesare fu assassinato con diverse pugnalate mentre si trovava nel Teatro di Pompeo. Venne ucciso perché nel corso degli anni era diventato sempre più potente, concentrando su di sé diverse cariche e minacciando l’autorità e il potere del Senato.
La sua morte diventò uno degli episodi più celebri dell’antichità romana, interpretata in molti modi nei secoli successivi e nel Quattrocento italiano, ad esempio, fu l’oggetto di un dibattito culturale. Per alcuni divenne il simbolo della giusta uccisione di un tiranno, per salvare le istituzioni della repubblica: come nel busto di Bruto scolpito da Michelangelo o nella tragedia Bruto secondo di Alfieri. Per altri Bruto e Cassio diventarono il simbolo del tradimento (il filo-imperiale Dante, nel XXXIV canto dell’Inferno, li sprofonda più in basso possibile, nella bocca di Satana insieme a Giuda). Ma la data delle idi di marzo è rimasta come simbolo di una data tragica e attesa legata al potere, vista la leggenda, raccontata già dagli storici antichi e ripresa da Shakespeare, che la morte di Cesare gli fosse stata preannunciata da un indovino proprio per le idi di marzo.

Negli anni, l’evento ha destato l’interesse di media e tv nazionali, ospitando testate giornalistiche e televisive provenienti da paesi, oltre all’Italia, come Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Cina.

A cura del Gruppo Storico Romano

Per informazioni:
info@gruppostoricoromano.it