Fave dei morti a Roma: dolci di novembre tra storia, leggenda e tradizione

Con l’arrivo di novembre, i giorni si accorciano, le temperature calano e l’atmosfera si fa più malinconica. Per molti, questo mese è associato a tristezza, ma la tradizione romana offre un piccolo conforto: le Fave dei morti, dolcetti che uniscono storia, cultura e gusto. Piccoli, morbidi e profumati di mandorle e limone, questi biscotti rappresentano un legame dolce tra il mondo dei vivi e quello dei defunti.

Che cosa sono le Fave dei morti

Le Fave dei morti sono biscotti tipici di novembre, caratterizzati da una consistenza croccante fuori e morbida dentro. Tradizionalmente si preparano con mandorle (intere o in farina), zucchero, burro, uova, farina, cannella e scorza di limone. La loro forma ovale ricorda quella delle vere fave, da cui deriva il nome.

Il procedimento classico prevede di pestare le mandorle con lo zucchero in un mortaio fino a ottenere una farina finissima, che viene poi impastata con gli altri ingredienti. L’impasto ottenuto si suddivide in piccoli pezzi da modellare in forme ovali e leggermente schiacciate, pronte per la cottura.

Origine del nome e tradizione romana

Il nome “Fave dei morti” affonda le radici nell’antica Roma. In quell’epoca, le fave secche venivano distribuite ai funerali come simbolo dell’anima dei defunti. Successivamente, con l’avvento del cristianesimo, questa tradizione si trasformò in un dolce che si prepara tra il 1° e il 2 novembre, in occasione di Ognissanti e del Giorno dei Defunti, per ricordare i propri cari scomparsi e, secondo la leggenda, accoglierli simbolicamente nelle case romane.

Varianti regionali

Oltre a Roma, le Fave dei morti si trovano in tutta Italia, con nomi e ricette leggermente diversi: Pan dei morti in Lombardia e Lazio, Pan coi santi in Toscana, Fanfullicchie in Puglia e Ossa dei morti in alcune zone del centro-sud

Ogni regione aggiunge un tocco personale alla ricetta, ma il profumo della mandorla e della scorza di limone rimane il filo conduttore della tradizione.

Curiosità e aneddoti

In alcune case romane, le Fave dei morti venivano lasciate sugli altari domestici per proteggere la famiglia.

Ingredienti “magici”: Cannella e scorza di limone erano considerate spezie purificatrici.

Dolce simbolico: La forma ovale rappresenta il ciclo della vita e della morte.

Tradizionalmente, i biscotti venivano preparati in grandi quantità e condivisi con amici e parenti.

Secondo la tradizione romana, i defunti facevano visita al mondo dei vivi nei giorni di Ognissanti e il dolce serviva ad accoglierli con dolcezza.

    Le Fave dei morti non sono solo un dolce: sono un ponte tra passato e presente, memoria e gusto, spiritualità e convivialità. Prepararle a Roma è un modo per celebrare la tradizione, mantenere vivo il ricordo dei propri cari e condividere un momento dolce con chi ci sta accanto.