Tra “non molto tempo” la nostra Via Lattea si scontrerà con la Grande Nube di Magellano

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Secondo gli astrofisici britannici della Durham University, fra “non molto tempo” la nostra Via Lattea si scontrerà con la Grande Nube di Magellano e il nostro sistema solare potrebbe essere catapultato via, come una pallina da flipper.

I nuovi calcoli anticipano l’evento rispetto alle previsioni precedenti: nuovi modelli astronomici sviluppati dall’Università del Wisconsin e dello Space Telescope Science Institute ripercorrono la storia della nota Corrente di Magellano cambiando le carte in tavola: si pensa infatti che la nube sia 5 volte più vicina alla Terra rispetto a quanto previsto e studiato finora. Questo “avvicina” di non poco la collisione con la nostra galassia, a “soli” circa 65mila anni luce.

La Nube di Magellano è una delle diverse galassie “satelliti” che orbitano intorno alla nostra e si è scoperto recentemente che è più grande di quanto si pensasse: per questo è molto più pesante e finirà per “cadere” letteralmente contro la nostra galassia.

Lo scontro, secondo le ricostruzioni degli universitari, potrebbe attivare il buco nero che si trova al centro della nostra galassia, che inizierebbe a catturare il gas circostante e arriverebbe a decuplicare le attuali dimensioni (paragonabili a circa 4 volte la massa del sole).

Anche per questo la collisione, come dicevamo in apertura, sarà veramente spettacolare: Carlos Frenk, tra gli autori della ricerca, la descrive come “una spettacolare esibizione di fuochi d’artificio cosmici mentre il buco nero supermassiccio appena risvegliato al centro della nostra galassia reagirà emettendo getti di radiazioni di energia estremamente luminose

Peccato che questo potrebbe avere conseguenze catastrofiche per il nostro sistema solare: in ogni caso, se sopravvivesse alla Nube di Magellano, la Via Lattea dovrà poi vedersela con Andromeda, fra circa 3 miliardi di anni. Lo scontro fra galassie non è un evento eccezionale: in genere gli studiosi se ne accorgono analizzando il movimento delle stelle. Quello previsto fra due miliardi di anni potrebbe cambiare però per sempre il destino del pianeta.

foto @kikapress