Dopo la morte di Fabrizio Frizzi Stefania Orlando si pente di aver compiuto quel gesto quando il noto conduttore televisivo era ancora in vita. Ecco la confessione

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È un dolore sincero quello che sta attraversando il cuore di tanti italiani nelle ultime ore. La morte di Fabrizio Frizzi ha sconvolto l’Italia intera: i telespettatori che lo accoglievano ogni giorno nelle loro case attraverso il piccolo schermo e i tanti colleghi che nel tempo avevano stretto con lui una sincera amicizia.

Tutti vogliono ricordare, ognuno a modo proprio, il conduttore gentiluomo che sorrideva sempre. Palinsesti modificati, trasmissioni monotematiche sulla vita e la carriera del professionista Rai ma anche tante pagine di periodici e quotidiani dedicati a lui.

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E a Fabrizio Frizzi dedica un grande omaggio anche il settimanale Chi, con ben otto pagine di racconti e ricordi delle persone più care. Al giornale diretto da Alfonso Signorini ha portato la sua testimonianza anche Stefania Orlando.

La conduttrice, che affiancò Frizzi al timone di Piazza Grande, oltre ai bellissimi ricordi personali è segnata però da un profondo rimpianto: “Mi sento in colpa per non aver avuto il coraggio di chiamarlo durante la sua malattia” ha detto Stefania, che si è lasciata andare in un lungo racconto della loro esperienza televisiva insieme.

Non tutti riescono a dire e fare la cosa giusta di fronte a un amico che sta male e la Orlando pensa di non essere stata capace di stargli vicini in questi ultimi mesi segnati dalla sofferenza

Ero sicura – ha aggiunto la showgirl – che lui non volesse farsi vedere sofferente, sarebbe stato in imbarazzo e perciò non ho potuto salutarlo”.

Ma Stefania, per Fabrizio, ha solo belle parole, dolci ricordi. Di un uomo buono, educato, gentile. Un uomo che, nonostante il successo era rimasto umile anche nei confronti di chi si accingeva, come lei, a lavorare davanti alle telecamere.

Io ero piccola – ricorda la Orlando – avevo la smania di arrivare e non vedevo l’ora di conquistare un’inquadratura in più”. E da Fabrizio, per questo, non ricevette mai reprimende ma umana comprensione: “Lui da persona grande mi capiva”.