Matthew: “Voglio crescere guidato dalla mia musica”

‘Hai lasciato qui ogni cosa’ è il nuovo singolo di questo giovane cantautore italiano, già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 17 ottobre scorso: un brano che rappresenta la corsa disperata di chi non sempre riesce a lasciar andare le cose

Matthew, all’anagrafe Matteo Rota, è un giovane cantautore italiano che ama mescolare folk, pop e rock in canzoni crude e viscerali. Ha iniziato a suonare la chitarra a 18 anni e, poco dopo, a scrivere i suoi primi brani spinto da un’urgenza personale, che nel giro di pochi anni lo ha portato a crescere velocemente e a trovare una voce riconoscibile. Nei suoi brani si avvertono le influenze di Noah Kahan, Kaleo e James Bay, filtrate ovviamente dalla sua storia e dal suo vissuto. La sua musica nasce da ciò che lo ha segnato davvero: resistenza, solitudine, amori che lasciano cicatrici, ma anche il peso delle assenze e delle sfide che la vita ti mette davanti. Il suo team è composto da Francesco Frè Monti, con cui Matthew condivide un’intesa artistica che si traduce in un dialogo continuo, fatto di scrittura, arrangiamenti e produzione trasformandosi in una ricerca comune e da Lorenzo Galli, che cura la sua immagine e la parte visiva del progetto. Insieme contribuiscono a definire un percorso che vuole proporre, anche in Italia, un pop-folk-rock autentico, intenso, capace di lasciare il segno. ‘Hai lasciato qui ogni cosa’ è il suo nuovo singolo, già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dallo scorso 17 ottobre 2025: un brano che rappresenta la corsa disperata di chi non riesce a lasciar andare le cose. E’ il fiato corto e i brividi che restano addosso anche quando l’amore, o una presenza cara, se ne sono andati: una vera e propria confessione con le ‘ossa rotte’. Il videoclip di ‘Hai lasciato qui ogni cosa’ mostra l’artista in una performance essenziale e intima. E’ seduto su una sedia al centro di una stanza, mentre la telecamera gli gira intorno. La luce filtra da una persiana e richiama l’alba, che lentamente rischiara la scena, sino a richiudersi nel buio con la fine della canzone. Un ‘concept’ semplice, ma potente, che riflette il tema del brano: la lotta interiore tra oscurità e la ricerca di luce (per vedere il videoclip, cliccare QUI).

Carissimo Matthew, innanzitutto complimenti per il tuo brano ‘Hai lasciato qui ogni cosa’, decisamente interessante, così come la tua voce: com’è nato questo pezzo così doloroso? Dopo una delusione? Un’avventura che avresti voluto che fosse qualcosa di più?

Il pezzo non nasce da una singola delusione. Nasce da un momento in cui avevo paura di restare solo. È arrivato tutto insieme, senza pensarci, come se fosse la mia testa a chiedermi di mettere ordine. Non volevo scrivere una canzone, volevo respirare. Quello che si sente è semplicemente verità, senza aggiungere né togliere niente.

Parliamo delle tue prospettive artistiche: secondo noi hai dei buoni polmoni, accompagnati da un timbro vocale importante, che un po’ ricorda quello di Tiziano Ferro: quali sono, invece, i tuoi punti di riferimento artistici o cantautorali?

I miei punti di riferimento artistici arrivano soprattutto dal mondo folk internazionale. Noah Kahan, James Bay e Kaleo mi hanno insegnato che puoi essere fragile e potente allo stesso tempo. E’ quel tipo di onestà che mi ha spinto a non avere paura di mostrarmi per quello che sono, senza filtri e senza cercare perfezioni inutili.

Secondo noi, un passaggio fondamentale, per un artista come te, potrebbe esser quello di circondarsi da un proprio gruppo di musicisti scelti bene, con il quale cominciare un percorso o una serie di album: cosa ne pensi?

“In effetti, l’idea di avere un gruppo stabile mi piace molto. Credo che costruire una squadra di musicisti che ti capiscono davvero e che parlano la tua stessa lingua emotiva, possa fare davvero la differenza. La musica suonata, respirata insieme, è ciò verso cui voglio andare. E ci sto già lavorando: sto iniziando a mettere insieme le persone giuste per costruire un percorso vero, duraturo, che cresca insieme a me.

Tu dove vorresti arrivare, al momento? Vuoi andare a Sanremo? Oppure, preferisci un percorso più autoriale, quasi di nicchia?

In questo momento, voglio semplicemente crescere, fare passi solidi e costruire un percorso che abbia senso per me. Minteressa arrivare alle persone nel modo più sincero possibile, senza forzare nulla. Sto lavorando a un progetto che sento importante e preferisco lasciare che sia la musica a guidarmi. Quando sarà il momento, capirò qual è la strada giusta da prendere.

Tornando ad ‘Hai lasciato qui ogni cosa’, non pensi che certe delusioni possano servire anche a maturare una maggior esperienza in campo sentimentale? Magari, la prossima volta andrà meglio, non credi?

Sì, certe delusioni servono: ti obbligano a guardarti dentro, a capire cosa vuoi davvero e cosa non accettere mai più. Non so se la prossima volta andrà meglio, ma so che sarò diverso, più consapevole. E questo, secondo me, vale tantissimo.

Ci sono anche i ‘fuochi di paglia’, sai? Quelle avventure che durano il tempo di una stagione e che vanno vissute così, imparando a scegliere, non credi?

Sono d’accordo: ci sono storie che durano una stagione e vanno vissute così. A volte ti lasciano più lezioni delle relazioni molto lunghe. Servono a capire chi sei, come ami e cosa non vuoi più ripetere.

Preferiresti avere un successo immediato, per poi essere libero di sperimentare, oppure è meglio, in questo tipo di carriere, uscire alla distanza?

Preferisco costruire qualcosa che duri. Il successo immediato è bello, ma può consumarti. Io voglio arrivare forte e non per caso. Voglio che la mia credibilità cresca insieme a me, passo dopo passo. Se un giorno arriverà anche un’esplosione, sarà perché l’ho costruita bene.

Progetti per il futuro: a cosa stai lavorando, adesso? A un nuovo singolo, oppure addirittura a un album?

Sto lavorando al prossimo singolo. È più aperto e più luminoso, ma proviene dalla stessa ferita. Allo stesso tempo, sto mettendo insieme il quadro generale, perché voglio realizzare un progetto più grande, suonato e vero, in cui le canzoni respirino davvero.

Intervista di Vittorio Lussana