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Massimiliano Sechi e No Excuses: la disabilità, gli eSports e la consapevolezza di sé

Dagli eSports alla volontà di raccontare la propria storia a quante più persone possibili affinché tutti sappiano che, per essere felici e soddisfatti, basta semplicemente imparare a essere se stessi. Potrebbe essere riassunto così il percorso di Massimiliano Sechi, sebbene manchino tantissime tappe intermedie: affetto da focomelìa, Massimiliano ha scoperto infatti il mondo degli eSports quasi per caso, raggiungendo però ben presto importanti obiettivi e scoprendo di essere diventato suo malgrado un esempio per tanti altri.

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“Ho iniziato a giocare quando avevo 4 anni perché i miei genitori mi hanno regalato il mio primo computer. – dichiara Sechi – Giocavo con Prince of Persia, un gioco che tutti gli appassionati sicuramente conosceranno. Utilizzavo il computer anche per scrivere, perché i miei genitori non pensavano che sarei stato in grado di farlo, cosa che invece poi ho imparato a fare con braccia e piedi. Mi è rimasta però così una grande passione per i videogiochi. Era puro divertimento, ma presto ho iniziato ad approfondire il mondo degli eSports perché avevo bisogno anche di qualcosa che mi appassionasse molto nella vita. Ho scoperto che era un mondo a parte”.

Poi il cyberbullismo, gli haters, gli insulti. Da lì la rabbia e la voglia di rivincita. “Solo con il tempo ho capito che stavo aiutando altri ragazzi con disabilità. – continua a raccontare Massimiliano – Ho capito di poter far capire alle persone che basta essere se stessi, a prescindere da ciò che accade. Sono aumentate le motivazioni, la popolarità e ho fatto un altro passo. Perché non basta essere un esempio fisico, bisogna andare in profondità. Oggi ho appeso il mouse al chiodo e faccio altro”.

Massimiliano ha fondato infatti il progetto No Excuses (Niente Scuse), un’iniziativa che si propone di guidare le persone ad imparare le strategie che Sechi per primo ha applicato e che lo hanno portato a trasformare le difficoltà in opportunità.

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