Dopo la morte di Hawking ci siamo sentiti tutti orfani per la scomparsa di un grande scienziato che ha fatto la storia. Ma non tutti sanno che anche qui in Italia abbiamo una scienziata giovane e famosa visto che è stata la prima donna a prendere la guida del più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, il Cern. Ecco chi è Fabiola Giannotti e le sue teorie sul mistero dell’universo

Ricordatevi di guardare le stelle, non i vostri piedi” diceva Stephen Hawking, l’astrofisico inglese scomparso il 14 marzo scorso. Un invito ad essere curiosi, ad andare oltre ciò che vediamo e conosciamo. Nonostante i problemi e le difficoltà.

Ed è proprio quella che nella sua vita ha fatto e continua a fare Fabiola Giannotti, la scienziata italiana divenuta la prima donna alla guida del centro europeo per la ricerca nucleare. Un traguardo ambizioso che la nota fisica 57enne è riuscita a raggiungere grazie al duro impegno profuso nel mondo della ricerca.

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Al Cern, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, oltre 17mila scienziati di 110 nazionalità contribuiscono con i loro studi ed esperimenti al progresso della scienza per migliorare la vita e aggiungere sempre più tasselli al sapere umano.

In quella caverna delle meraviglie nei pressi di Ginevra, un tunnel sotterraneo al confine tra Francia e Svizzera, si contribuisce all’aggiornamento della conoscenza in una forma, spiega la Giannotti, estremamente democratica: “Tutti, al Cern, hanno le stesse possibilità, a prescindere da sesso, etnia, religione e origine” ha dichiarato.

Per la scienziata italiana, che è tra i protagonisti nella scoperta del bosone di Higgs – che “ha già cambiato le nostre vite” ha detto di recente – un grande contributo all’innovazione e alla ricerca arriva dai giovani. Non a caso al Cern si fa anche formazione e sono circa 1.600 le nuove leve che ogni frequentano percorsi formativi al centro.

Menti fresche e cariche di entusiasmo, che aiuteranno a svelare i misteri infiniti che si nascondono dietro quel manto di stelle a cui Hawking non smetteva di guardare. Non a caso la stessa Giannotti ammette: “Oggi conosciamo soltanto il 5% dell’universo; il resto ci è completamente oscuro. Questo significa che abbiamo ancora tante cose da scoprire”.