loading

Lei si chiama Genoveva Anonma, è originaria di Malabo, capitale della Guinea Equatoriale, ed è una delle calciatrici più forti dell’Africa: proprio così, Genoveva ama il calcio fin da piccolissima, e questo iniziò fin da subito a crearle dei problemi.
GUARDA LE FOTO DI GENOVEVA 

Come lei stessa racconta in un’intervista alla BBC, la madre non voleva che lei da piccola giocasse a calcio con i maschi (era già più brava di molti di loro) e finì per cacciarla di casa: Genoveva si trasferì poi in Germania, dove tutt’ora vive e milita nella squadra del Postdam.

 

Ma la Anomna non potrà mai dimenticare la finale della Coppa d’Africa femminile del 2008. La sua Guinea Equatoriale affrontava il Sud Africa e proprio un gol di Genoveva regalò il titolo alla Guinea. Negli spogliatoi però successe l’impensabile: Genoveva venne accusata di essere un uomo e costretta a spogliarsi davanti ai dirigenti della Caf (la Confederazione calcistica africana) per dimostrare di essere donna.

A quanto pare, alle sue colleghe del Sud Africa la Genoveva sembrava troppo forte per essere una donna. Lei ricorda quel momento come uno dei peggiori della sua vita: "Mi è stato chiesto di togliermi i vestiti di fronte ai dirigenti. Cominciai a piangere perché mi sentivo totalmente umiliata"

Quello schiaffo al suo amor proprio e alla sua femminilità Genoveva non lo dimentica, tant’è che non è voluta più tornare in Guinea, dove comunque è un’eroina: "Molte sono solo invidiose di me perché sono forte. E’ dura dover dimostrare sempre cosa sei"