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Nessuno se lo sarebbe mai aspettato ma anche i vip possono andare incontro alla censura sui social.

I FRATELLI MUCCINO, FAIDA SENZA FINE…

Solo qualche giorno fa, in occasione dell’anniversario dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini, Gabriele Muccino aveva scritto sulla sua pagina Facebook un commento su Pasolini il quale, secondo lui, non è stato altro che un regista mediocre, del tipo amatoriale. Subito una pioggia d’ insulti si è abbattuta sulla sua pagina, tanto che alla fine, è stata chiusa per eccesso di volgarità.

Oggi Muccino si è riappropriato del suo profilo, ma ci ha tenuto a puntualizzare:

“Ieri ho rivisto “La Ricotta”. Perdonatemi per aver pensato per un momento che il mio post su Pasolini fosse stato scritto troppo istintivamente o distrattamente. Che fosse superficiale, ingenuo o altro. La mia opinione su un Maestro immenso come Pasolini, tessitore di sceneggiature, di poesie, di provocazioni, del mettersi a nudo nella pubblica piazza conscio delle pietre che gli avrebbero scagliato contro, grande scrittore e persino raffinato, acuto giornalista non è cambiata dopo la visione de “La Ricotta”, mescolata a ricordi di altri suoi film da regista.

 

Il fatto è che ognuno di noi, quando è giovane, sceglie autonomamente il proprio viaggio, sceglie come punti di riferimento certi Maestri, coloro a cui vorremmo assomigliare. Ebbene, a distanza di anni da quando vidi ”La Ricotta” per la prima volta, ho sempre perseguito un tipo di cinema e di stile lontanissimo da ciò che Pasolini realizzava e avrebbe realizzato. Ero alla ricerca del mio stile dove poter infilare le intuizioni, le idee di ognuno dei Maestri che sapevo di non poter mai eguagliare. Il “mio” cinema era per me altrove: era Woody Allen, Kubrick, Bob Fosse, Chaplin, Buster Keaton, Griffith, Cassavetes, Scorsese, Petri, Visconti, Bertolucci, Germi, Rossellini.”