Dalla tv alla scrittura, passando per il counseling, l’insegnamento e – perché no – anche i social, Francesca Valla ha una missione da portare a termine: dare ai genitori gli strumenti giusti per sostenere, confrontarsi e stimolare nel modo giusto i propri figli. Ecco cosa ci ha raccontato

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Francesca Valla, la tata della tv svela la formula magica per non sbagliare con i figli

Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Francesca Valla, il volto di S.o.s Tata sul piccolo schermo, ma anche scrittrice, insegnante e profondamente impegnata nel relazionarsi con i genitori, sempre alle prese con la paura di non essere all’altezza.

Prima di tutto, però, Francesca è una mamma e dall’alto della sua esperienza ci racconta come fare bene il mestiere più complicato del mondo senza mai dimenticare che al primo posto viene il benessere dei più piccoli.

Le cosiddette generazioni future – che si muovono già molto più velocemente di noi – faranno bene se oggi ricevono una educazione adeguata basata sul confronto reciproco, sull’ascolto delle loro esigenze e sul crescere insieme.

Ecco che cosa ci ha raccontato in fatto di gioco e creatività a partire dal progetto MyBoBox

Ciao Francesca. Il grande pubblico ti conosce come tata tv, ma tu sei anche counselor, scrittrice e insegnante in una scuola. Come nasce la tua passione per l’ambito educativo?

Il mio sogno da bambina era quello di fare la maestra e la realizzazione di questo sogno ha un valore indescrivibile per me. Potersi prendere cura dei bambini e dei loro genitori è ciò che amo di più. La mia infanzia felice mi ha segnata al punto che oggi mi dedico a questo mondo con passione e voglia di imparare: il segreto di ogni insegnante, genitore, educatore, è infatti quello di non smettere mai di imparare. Ogni giorno i bambini ci danno occasioni preziose per migliorarci. Dobbiamo allenare il nostro sguardo e orientare il nostro cuore.

Secondo te è importante parlare di educazione in tv e sui social network? Esiste una formula per arrivare al pubblico con messaggi formativi senza sembrare troppo didascalici?
La tv e i social media sono dei grandi canali di comunicazione. È bello immaginare che l’educazione possa passare anche in questi ambiti. E per fare questo ci vuole l’aiuto di tutti. Ridiamo all’educazione il valore che merita. Non so quale possa essere la formula per arrivare al grande pubblico e quale possa essere la ricetta migliore, ma credo solo che ogni percorso si costruisca facendo piccoli passi. Ogni giorno, sui miei canali social (per seguirla su Instagram, basta cliccare QUI)e nei corsi di formazione che tengo, scopro quanto i genitori siano portatori di risorse. Nelson Mandela ci ricorda che “l’educazione è l’arma più potente che possiamo usare per cambiare il mondo”, allora investiamo il nostro tempo su ciò che conta veramente. Ogni angolo, ogni luogo, ogni canale diventa importante per divulgare i messaggi che servono per farci star bene insieme ai nostri bambini, per far funzionare la nostra famiglia e per farci diventare genitori consapevoli ed efficaci.

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Il grande successo del format tv S.O.S Tata ha messo in luce che essere genitori può essere davvero faticoso! Come aiuti un papà o una mamma in difficoltà e quali sono le sfide del genitore contemporaneo?
Quante volte non ci sentiamo all’altezza del nostro ruolo di genitore? Tante! E quante volte ci domandiamo: “Avrò fatto la scelta giusta?” e i nostri tentativi educativi non ci danno i risultati sperati? La verità è che ci sentiamo disorientati in una società come la nostra e nei miei incontri sulla genitorialità scopro quanti genitori si sentano soli ad affrontare le sfide del quotidiano. Alla fine del percorso, però, scopro in loro grandi risorse e il confronto con loro è sempre, anche per me, un’occasione di crescita. La chiave è aiutarli a interrogarsi, ad approfondire e a condividere le loro esperienze e le loro fatiche, perché il confronto con gli altri aiuta sempre ad acquisire consapevolezza e serenità. E un genitore che vive con consapevolezza il proprio ruolo è un genitore che può diventare efficace nell’educazione dei propri figli.

Nel tuo lavoro di insegnante hai a che fare con le “generazioni future”. Negli anni hai visto cambiare i bambini? È cambiato il modo di insegnare ai nativi digitali?
Sono 27 anni che insegno e ogni volta mi stupisco di come alla fine sia sempre io la prima a imparare da loro. I bambini non hanno bisogno di essere giudicati, classificati, valutati: i bambini di oggi hanno solo bisogno di essere ascoltati. Non assecondiamo le loro richieste, ma scopriamo i loro reali bisogni. Questa la differenza e la grande sfida al tempo stesso. Spesso, nei momenti di fatica e di grande disorientamento, ci può capitare di affermare: “Non capisco, gli ho sempre dato ciò che voleva!”, ma alla fine ci rendiamo conto che forse ciò che il bambino diceva di volere non era ciò di cui realmente aveva bisogno.

Noi genitori dobbiamo cercare di essere emotivamente presenti, e quando siamo con i bambini dobbiamo stare con loro, allontanando ciò che ci distrae. Essere presenti sul “qui e ora” è difficile ma necessario, lavorando su un aspetto che spesso sottovalutiamo: l’ascolto all’interno della propria famiglia, un ascolto che è prima di tutto accettazione. Nostro figlio non è il nostro prolungamento sul mondo, dobbiamo rispettare ciò che lui è e ciò che lui prova.

E poi è importante anche che il genitore educhi alla responsabilità assumendosi lui stesso per primo le responsabilità. Il potente buon esempio, più efficace di mille parole. Non dimentichiamo poi di educare alla gratitudine: non c’è niente di più bello che crescere i propri figli educandoli a riconoscere il valore e la bellezza della nostra vita, di questa vita.

 

In Danimarca, il paese più felice al mondo, i bambini vengono lasciati liberi di giocare molto sia a scuola che nel loro tempo libero. Quale valore attribuisci al gioco?

Sono una fautrice del gioco e dello spazio libero dove, attraverso il gioco, il bambino conosce se stesso e il mondo. Il gioco è la migliore occasione di apprendimento. Ha tantissimi benefici l’attività ludica, sia in ambito apprenditivo sia nell’ambito familiare, come occasione di svago e relax come anche per migliorare le relazioni in famiglia. Il gioco è un’importante occasione per conoscere le regole: attraverso il gioco il bambino scopre che ci sono delle regole che devono essere rispettate. Il gioco è il miglior nutrimento che possiamo dare ai nostri figli. Dobbiamo dare spazio al gioco e al giocare e al “fare” insieme in famiglia, divertendoci. Riprendiamo in mano le attività semplici, i giochi semplici. La manualità è l’occasione per stimolare la creatività di un bambino perché dà sempre la possibilità a una persona di capire che, anche nei momenti di fatica e di difficoltà, non si è in un vicolo cieco e vi possono essere mille strade e mille soluzioni. Lasciamo così che la creatività entri nella vita dei nostri figli: impareranno durante i momenti di fragilità a trovare soluzioni alternative.

 

Tra i tanti impegni e il lavoro, come si trova il tempo per giocare in famiglia?
Il tempo per le cose importanti noi genitori riusciamo a trovarlo. Sentiamo che il tempo con i nostri figli è un tempo prezioso che non torna indietro. E lo scopriamo quando riusciamo a fermare il tempo. Questo tempo deve essere un tempo dedicato, dove si sta insieme. Un tempo dove s’investe nella relazione e le occasioni migliori sono dietro l’angolo: mentre si mangia insieme, mentre si legge un libro, mentre si crea, si costruisce… si gioca. Queste occasioni aprono al dialogo, al confronto e alla conoscenza. Quindi creiamo più occasioni possibili per vivere in profondità le nostre relazioni. Restituiamo al fare insieme e al gioco il valore che meritano.

 

Qual è la cosa più importante che può fare un genitore per il proprio figlio?
Non sostituirsi a lui, ma sostenere e credere nei suoi sogni.