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Si ingrandisce la schiera di tutti coloro che si sono dichiarati apertamente contrari alla condanna di Fabrizio Corona.

CORONA, RISSA A DOMENICA IN

Dopo richieste di grazia e appelli, ora è Don Mazzi a lottare per una riduzione della pena dell’ex paparazzo, augurandosi di poterlo ospitare nella propria comunità, Exodus.
“Perché Fabrizio Corona è ancora in prigione? Perché? È puro accanimento. – ha dichiarato Don Mazzi in un’intervista rilasciata a Chi – Ma di che cosa stiamo parlando? Di un ragazzo che ha fatto qualche fotografia ed è fuggito a bordo di una Fiat 500 in Portogallo? Suvvia. Se non lo liberano, se non gli consentiranno di accedere a misure alternative al carcere, se non avrò la possibilità di ospitarlo nella mia comunità, racconteremo una triste storia della giustizia italiana”.

 

“Non voglio nemmeno pensare che la richiesta non venga accettata. – ha poi aggiunto a proposito dell’l’istanza di detenzione domiciliare presentata dagli avvocati di Corona e di cui il Tribunale di Milano discuterà il 22 gennaio – Ho visto Fabrizio di recente. Ha attraversato un mare in tempesta. Non sta bene. La magistratura lo ha trasformato in un ‘caso’ chissà per quali motivi. Non è un terrorista, non è un mafioso. Si sta facendo la galera per un reato morale. La magistratura è scivolata su una banalità. Io sono inca**ato. Nella mia comunità ho ospitato Erika De Nardo, che ha ucciso madre e fratellino. Per il duplice omicidio è stata condannata a sedici anni. Due in più di quelli comminati a Corona, che era stato condannato a quattordici anni, ora commutati a nove anni e otto mesi. A Natale, dopo aver celebrato la messa in carcere, non l’ho visto bene. (…) Sono pronto da anni ad accogliere Fabrizio qui. I magistrati hanno la documentazione in mano che dimostra come la comunità Exodus sia idonea per recuperare il detenuto Corona. Qui da me lo aspetta la palestra. Il suo ruolo sarà quello di far sudare i miei ‘ragazzi disperati’, che non hanno voglia di faticare. Il suo compito è già pronto. Lo aspetto, anzi lo aspettiamo qui".