Vittime coronavirus: quali i soggetti più colpiti e quali i meno vulnerabili. Ecco cosa dicono gli scienziati

loading

I dati sui contagi da Covid-19 permettono agli esperti di tracciare un primo identikit dei soggetti maggiormente colpiti dall’infezione virale. Tra le vittime del coronavirus sembrano esserci più uomini che donne ad esempio, mentre i bambini risultano meno vulnerabili. A rischio – lo si è detto fin dall’inizio della pandemia – le persone con altre patologie, che potrebbero compromettere il quadro clinico, anche nei più piccoli. Ma vediamo cosa dicono gli esperti.

Molti più maschi tra le vittime del coronavirus

Una recente inchiesta del New York Times ha rivelato che tra le vittime del coronavirus ci sono molti più maschi che femmine. Il tasso di mortalità indicato dal prestigioso giornale statunitense sarebbe del 2,8% per i pazienti uomini e dell’1,7 per le donne: una bella differenza! Le donne rispondono con maggiore efficacia perché hanno una memoria immunitaria meglio sviluppata per la loro capacità riproduttiva e alla produzione degli ormoni estrogeni” si legge sul quotidiano.

LEGGI ANCHE: — Coronavirus, la scienziata svela cosa farà presto il virus: ‘E’ l’unico modo che ha di sopravvivere’

Un dato evidenziato anche dal professor Antonio Faiella, Responsabile Ricerca e Sperimentazione Clinica della U.O.C. Oncologia del Cardarelli di Napoli che in una intervista a TPI ricorda i dati epidemiologici “dimostrano una grande differenza nel tasso di letalità tra uomini e donne, con un rapporto di circa 3:1 a sfavore dei soggetti maschi”.

Faiella ricorda che “il virus non ha modificato il proprio assetto genetico in modo importante durante questi tre mesi di pandemia”. Inoltre, aggiunge l’esperto, si registra una “diversità di sintomi impressionante all’interno della popolazione colpita, passando da casi paucisintomatici, a quadri clinici drammatici

In conclusione, per Faiella “queste tre osservazioni sono punti fermi, e lasciano legittimamente ipotizzare che il patrimonio genetico dell’individuo giochi un ruolo determinante nella predisposizione al contagio”.

Bambini meno colpiti ma attenti alla comorbilità

Tra le vittime del coronavirus ci sono anche molti bambini ma i più piccoli sembrano essere meno vulnerabili all’attacco virale. Sebbene vi siano molte ipotesi allo studio degli esperti, Faiella spiega che “il perché di questo fenomeno rimane ancora da capire”.

Infine, come detto fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, i soggetti con patologie pregresse – bambini compresi – sembrano essere maggiormente fragili di fronte al Covid-19. Susanna Esposito, ordinario di pediatria all’Università di Parma e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) spiega il perché a Repubblica.it:

“Il sistema immunitario non è preparato ad affrontare l’attacco di un nuovo virus. Questo non vale solo per gli anziani ma anche per i più piccoli: se, per esempio, tra i casi che si sono registrati oggi c’è un bambino che ha un tumore è evidente che ciò che lo ha reso vulnerabile al Coronavirus non è tanto l’età quanto la sua fragilità complessiva”.

E i gruppi sanguigni? Secondo alcuni studi potrebbero incidere nella prognosi della malattia ma Faiella frena: “È tutto ancora da dimostrare”.