Nell’era del coronavirus il problema non è solo l’emergenza sanitaria, ma anche l’emergenza psicologica. Ecco i rimedi dello psicologo suggeriti dall’Ordine Nazionale degli Psicologi con un vademecum ufficiale

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Nell’era del coronavirus il problema non è solo l’emergenza sanitaria, ma anche l’emergenza psicologica. La quarantena, infatti, sottopone la popolazione italiana allo stress da reclusione, all’ansia del futuro, alle paure legate alle grandi incertezze economiche e non solo.

Coronavirus psicologo e psicanalista in soccorso

Come sarà e come cambierà il nostro futuro? Ci sarà cibo abbastanza per tutti? Troveremo nuovamente la forza di fare vita sociale?

Quesiti più o meno gravi e razionali si alternano nelle menti degli italiani. È vero, come ha scritto qualcuno: ai nostri nonni veniva chiesto di andare al fronte, a noi viene chiesto di stare sul divano. Ma non è detto che questo divano non diventi una prigione.

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Tra chi sta trovando in queste giornate nuova linfa vitale riappropriandosi del proprio tempo, e chi si sente soffocare… tra chi scadenza la propria giornata con tabelle di marcia infallibili e chi si lascia andare, ecco quindi che anche le istituzioni arrivano in soccorso a chi non riesce ad affrontare questo periodo.

Recentemente il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha pubblicato un “Vademecum psicologico Coronavirus per i cittadini”, perché le paure possono diventare panico ed è necessario proteggersi con comportamenti adeguati, con pensieri corretti ed emozioni fondate.

LEGGI Vademecum psicologico Coronavirus per i cittadini

Coronavirus psicologo online

Secondo uno studio condotto da Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience (IoPPN), King’s College London, la quarantena produce una serie di effetti psicologici abbastanza comuni, tra cui ansia generalizzata, insonnia, sentimenti di rabbia e paura, ma anche più gravi, come il cosiddetto stress post-traumatico, depressione e, in alcuni casi, abuso di sostanze.

Questa è una piaga da combattere, insieme al virus vero e proprio, ed è un impegno che la comunità tutta deve prendere in coro.

Entrare in quarantena è un’esperienza isolante e angosciante. Sebbene ritrovato in un piccolo numero di studi, il fatto che gli effetti psicologici della quarantena possano perdurare per mesi o anni è quello che più deve preoccuparci e condurci a mettere in atto azioni per minimizzare l’impatto psicologico dell’isolamento.

Spiega Samantha Brooks, Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience (IoPPN), King’s College London.

Tra le soluzioni immediatamente applicabili suggerite da più fronti c’è quella di evitare la ricerca continua e compulsiva di informazioni, ma anche essere attivi, non lasciarsi andare al tedio e all’ozio. Riposarsi sì, ma, di base è necessario tenersi sempre occupati.

Cos’ è la paura? Un’ emozione determinata dalle strutture neurali del cervello limbico. Una pulsione definita nella nostra architettura nervosa funzionale a salvarci la vita innescando il pilota automatico di fronte a situazioni pericolose.  La paura è una carica di energia che attiva il comportamento in 3 direzioni: attacco, fuga e attesa. Se sperimentiamo paura: scappiamo dalle situazioni, diventiamo aggressivi o ci isoliamo restando immobili.  

Spiega su Famiglia Cristiana Lorenzo Dornetti, amministratore delegato di Neurovendita, di Castiglione d’Adda, comune focolaio.

Io personalmente ho provato e provo paura. Ho sperimentato la voglia di scappare, la rabbia e il terrore immobile di barricarmi in casa con la mia famiglia davanti alla TV.

Poi mi sono ricordato una delle cose sul funzionamento del cervello. La paura non si può sconfiggere, si può solo ignorare, riempiendo il cervello di attività. Di fatto la mente non supera la paura, semplicemente la dimentica se si riempie il campo attentivo di altri stimoli. La paura passa temporaneamente, quando si agisce.