La dottoressa Vicenzi sta conducendo un’importantissima ricerca al San Raffaele di Milano sul comportamento del Coronavirus: mentre non è affatto sicuro che il caldo lo ucciderà, è più probabile che nel tempo diventi meno aggressivo

A DiMartedì, nella puntata del 26 gennaio, ospite di Giovanni Floris è intervenuta Ilaria Capua: la nota virologa ha fatto sapere che la pandemia durerà ancora a lungo e ha espresso la sua opinione sui punti oscuri legati agli intoppi sulle vaccinazioni:

“Non so cosa sia successo nei ritardi della campagna vaccinale però ho capito che il problema della distribuzione è il problema più grande. La scienza ha fatto l’impossibile, ha prodotto una serie di vaccini per la più importante campagna vaccinale della storia e la logistica è stato l’anello debole catena. E’ una lezione da cui imparare”.

Sui no-vax, l’esperta si è detta interessata a studiarli:

“Noi abbiamo bisogno di capire come si comporta un organismo che non si sottopone a misure utili secondo la comunità scientifica, i no vax potrebbero volontariamente partecipare a degli studi in cui nel tempo si seguono pazienti del genere così si capiscono gli effetti dei vaccini, se si allunga o accorcia la vita e se migliora o peggiora la qualità della vita”.

 

Elisa Vicenzi, capo dell’Unità Patogenesi virale e Biosicurezza dell’ospedale San Raffaele di Milano, sta conducendo una ricerca sul Coronavirus insieme  ad Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas: tra le conclusioni a cui sta cominciando a giungere c’è anche la possibilità che il virus possa indebolirsi, diventare meno contagioso, pur di sopravvivere.

Coronavirus come si evolverà per sopravvivere

Il virus del Covid19 è così piccolo che sulla punta di uno spillo possono essercene fino a 350: eppure questi organismi sono dotati di una loro intelligenza e infatti, come spiega la dottoressa Vincenzi, cercano il modo per sopravvivere nel tempo. Uno di questi è diventare meno aggressivo e virulento.

Anche il caldo potrebbe aiutare, anche se purtroppo non è garantito: intanto la ricerca del San Raffaele, finanziata anche da Dolce & Gabbana, punta a scoprire i meccanismi dell’immunità innata e quindi sullo studio di alcune molecole che sono “antenate” degli anticorpi e impediscono di contagiarsi.

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Coronavirus prodotto in laboratorio?

Sul web girano fin dall’inizio dell’epidemia cinese teorie fantasiose sul Covi19 come prodotto “sfuggito di mano” ad un laboratorio per fini bellici o economici (niente di nuovo: si è detto anche dell’HIV, della “cugina” Sars, dell’ebola eccetera): la dottoressa Vicenzi dice chiaramente a “La Stampa” che questo non è possibile.

Il Coronavirus è un virus naturale, che proviene da una delle 200 specie di pipistrelli conosciute, probabilmente quella detta “a ferro di cavallo”: si studia una cura (per ora si stanno usando farmaci già usati per l’HIV ma anche per l’artrite) e soprattutto un vaccino, ma i tempi sono ancora lunghi. “Le cose dovranno andare peggio prima di andare meglio”, ha sottolineato la dottoressa Vicenzi, facendo capire quindi che siamo ancora lontani dal famoso picco.

Infine, la Vicenzi spende due parole sull’attività fisica e l’alimentazione: importante mangiare bene ed assumere vitamine, cercare di prendere il sole perchè porta vitamina D ed anche fare due passi all’aria aperta, l’importante è non aggregarsi ed evitare luoghi frequentati da altre persone.