Intervista all’organizzatrice e conduttrice del ‘Women in cinema Award’, un prestigioso premio internazionale che si tiene alla Mostra del cinema di Venezia e, prossimamente, alla Festa del cinema di Roma del prossimo 18 ottobre, ma anche attrice e scrittrice di particolare sensibilità: è infatti in uscita il suo nuovo romanzo, edito da Armando Curcio editore

Claudia Conte è un’attrice, un’artista eclettica, una donna manager fortemente sensibile ai temi sociali e dello sviluppo sostenibile. Una versatilità che la porta anche a scrivere: è infatti in uscita il suo terzo romanzo, ‘La legge del cuore’ (Armando Curcio Editore), che racconta una storia di eroi nel duro contesto mafioso, in memoria delle stragi del 1992. Dopo aver conseguito la maturità classica e il diploma teatrale, ha seguito corsi e seminari alla New York Film Academy (Metodo Strasberg) e in Italia, con Giancarlo Giannini, Mirella Bordoni (Metodo Costa), Eljana Popova (Metodo Stanislavskij). Nonostante la giovane età ha alle spalle tournée teatrali con testi classici e teatro sacro. E’ stata protagonista femminile di recital e spettacoli, fiction televisive e film per il cinema. Laureata in Giurisprudenza è ideatrice e producer di eventi, premi e spettacoli con focus su temi sociali e di sostenibilità, tra i quali l’ormai consolidato ‘Women in cinema Award’: un prestigioso premio internazionale che valorizza le donne del cinema all’interno di manifestazioni importanti, come la Mostra di Venezia e la Festa del Cinema di Roma. Ha collaborato con la Santa Sede per eventi charity come ‘Natale 2020: Gesù nasce lo stesso’; ‘Insieme per la rinascita’; ‘Giornata diocesana contro l’human trafficking’. Come se non bastasse, fa volontariato in prima persona: è infatti ufficiale, con il grado di capitano, del corpo di soccorso internazionale ‘Humanitas’. Appassionata di scrittura, ha pubblicato la silloge ‘Frammenti rubati al destino’ (Galassia Arte), il romanzo ‘Soffi vitali: quando il cuore ricomincia a battere’ (Intermedia Edizioni) e il saggio-romanzo ‘Il vino e le rose: l’eterna sfida tra il bene e il male’, per la Armando Curcio Editore. E’ stata l’autrice più giovane ad aver presentato un’opera al Salone internazionale del libro di Torino. Ha ricevuto il prestigioso premio in Campidoglio ‘Oscar dei Giovani’, per il suo poliedrico impegno in campo culturale all’interno della ‘Giornata d’Europa’. E’ madrina e conduttrice di premi cinematografici nazionali e internazionali quali, per esempio, lo ‘Starlight Cinema Award’ all’interno della Mostra del cinema di Venezia, il Religion Today, i film festival di Kiev, di Ekaterimburg e l’Italian contemporary film festival (Icff) di Toronto. A testimonianza della sua produttività e sensibilità, ha ricevuto importanti riconoscimenti, come: il premio ‘Remigio Paone e Vincenzo Crocitti’ per il cinema; il ‘Cuore d’oro’ per la solidarietà; il ‘Gerardo Sasso’ dai Cavalieri di Malta; il premio ‘Eccellenze Italiane’ in Campidoglio nel 2021. L’abbiamo incontrata per fare un bilancio di questa fase della sua vita, in questa coda di pandemia che ha fermato per lungo tempo tutte le attività artistiche, inducendola a scrivere il suo nuovo libro.

Claudia Conte, cominciamo dal tuo prossimo libro, ‘La legge del cuore’, edito da Armando Curcio Editore, che uscirà a fine anno: puoi darci qualche anticipazione? Perché hai sentito il bisogno di parlare di mafia?

“Dopo ‘Il vino e le rose’, in cui ho affrontato temi sociali e attuali tenendo presente la sfida costante tra il bene e il male, sta per uscire in libreria, in occasione del trentesimo anniversario dalle stragi di Capaci e via d’Amelio del 1992, ‘La legge del cuore’: una storia di forza interiore e di riscatto, di desiderio, di giustizia e di libertà. Una vicenda di corrotti, prepotenti e assassini, che però dovranno vedersela con avversari speciali: due supereroi”.

Due supereroi?

“Già, i supereroi! Quelli che compaiono ciclicamente nelle varie epoche storiche per poi scomparire. E scompaiono, in estrema analisi, quando vengono a mancare punti di riferimento, incentivi identitari, motivazioni sufficienti per sentirci parte del tutto. Ovviamente, questi supereroi sono solo uomini che, tuttavia, hanno una missione speciale: dedicare la propria vita alla ‘Giustizia’. Una giustizia intesa nell’accezione più ampia possibile del termine, come valore morale irrinunciabile, che influenza il nostro modo di agire”.

In campo culturale hai ottenuto molti riconoscimenti e risulti essere una bella ‘macchina da guerra’, dato che organizzi premi, scrivi libri e ti occupi di cinema con un ‘taglio’ non banale: ma qual è il ‘campo’ in cui preferisci veramente operare? E chi ti ha educata a una simile ‘versatilità’?

“Mi sono educata da sola. Studio, mi informo, alimento la mia curiosità e, soprattutto, mi impegno con costanza e passione. È proprio la passione la mia compagna di vita: il motore di ogni mio pensiero e, soprattutto, di ogni mia azione. Credo nel ruolo etico dell’arte e della cultura. Arte e cultura hanno lo straordinario potere di cambiare il mondo e migliorare il pianeta, soprattutto quando diventano etici e si esprimono con forte senso di responsabilità sociale. E’ con questo spirito che porto avanti i miei piccoli progetti”.

Organizzi spesso eventi in collaborazione con la Santa Sede: sei una cattolica praticante?  Come nasce questo tuo rapporto con il mondo clericale?

“Tutto nasce da una profonda fede. Sono molto credente: fin da bambina andavo a messa con mia nonna e ho fatto la chierichetta e la scuola cattolica di tradizione benedettina. Credo che ci sia Dio in tutto ciò che di bello vedo nella mia vita: per questo mi impegno nel sociale e nel volontariato. Recentemente, ho ideato eventi ‘charity’ con raccolta fondi per i bisognosi, come ‘Insieme per la rinascita’ e ‘Gesù nasce lo stesso’, nella bellissima chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Roma”.

Sei alla ricerca di uno ‘spirito cristiano’, affinché torni a pervadere anche campi considerati culturalmente ‘laici’, quando non distorti da svariate forme di trasgressione?

“Credo che nella società globalizzata, multietnica, multiculturale e multireligiosa sia anacronistico e non corretto pensare a una eccessiva ingerenza cristiana nel tessuto sociale. È esplicita la distinzione tra la dimensione politica e quella religiosa.In questo senso e in una società siffatta possono stare insieme, convivere, collaborare e prosperare soggetti individuali e sociali ispirati a differenti visioni della vita: questo è arricchente e rispettoso”.

Parafrasando gli U2, hai trovato quel che stai cercando, nel tuo lavoro? E nella vita privata?

“Parafrasando gli U2 non ho ancora scalato la montagna più alta: mi accingo a farlo ogni giorno. Il bello non è semplicemente trovare ciò che si cerca, ma cercare sempre cose nuove. Questo vale nel lavoro. Riguardo alla vita privata, se si chiama privata ci sarà un perché…”.

Sei ideatrice del Women in cinema Award, un importante premio internazionale di women empowerment. Parliamo, dunque, del ruolo femminile oggi: condividi l’idea di un mondo destinato a essere guidato dalle donne? In fondo, nel corso della Storia, noi ‘maschietti’ abbiamo ormai detto e fatto tutto quel che c’era da dire e fare, soprattutto in senso negativo…

“Con il premio WiCa dò un piccolissimo, ma personale, contributo per la parità di genere, finalmente inserita tra gli obiettivi dell’Onu (l’obiettivo 5 per l’Agenda Onu 2030), affinché le persone ricevano pari trattamenti, con uguale facilità di accesso a risorse e opportunità indipendentemente dal loro sesso. Questo tema mi sta molto a cuore, essendo una giovane donna che s’impegna per trovare un posto nel mondo. Spero di poter crescere in un mondo in cui possa esserci davvero parità, nel lavoro e nella società: parità nell’accessibilità delle posizioni, nelle retribuzioni, nelle condizioni lavorative. Porto avanti, quindi, i miei progetti artistici e di imprenditrice. Mi occupo di eventi con la prospettiva di dimostrare, prima di tutto a me stessa, che posso realizzare gli obiettivi prefissati con coerenza e convinzione, progredendo con merito ed evitando scorciatoie”.

Una società come quella attuale ha ancora bisogno di santi ed eroi, per dirla con Vasco Rossi?

“C’è sempre bisogno di esempi positivi e virtuosi, soprattutto per illuminare il cammino e le menti dei giovani. La riscoperta degli ideali rappresenterà l’unico rimedio al mal di vivere, con la consapevolezza che il mondo possiamo salvarlo ancora”.