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“Ma tu lo sai che non è strano per un Giapponese affidarsi ad un sito d’incontri?”

Mi chiede Shizue, sfogliando Vogue Japan.

Io che pensavo che Tinder e Meetic fosse una predisposizione tutta Occidentale mi ritrovo un’altra interessante apertura al nuovo. Le iscrizioni ai websites di settore toccano cifre altissime in barba alla morale della sacralità delle unioni e della loro quasi patologica addiction alla festa di San Valentino, dove ostentano l’importanza dell’amare ed dell’essere in coppia.

La classe sociale che fa crescere un business come quello dei siti d’incontri, è quella dei salarymen, castrata da interminabili ore di lavoro e alla ricerca di soddisfazioni immediate, specie nel sesso. Soprattutto in un paese che per gli occidentali è sinonimo di divertimento ed emozioni, e per chi ci vive, a detta loro “anche molto meno”.

Mano ai sondaggi, dove secondo l’Associated Press, Journal for Marital Therapy: il 40 per cento delle donne e il 55 per cento degli uomini intervistati ha detto di cercare un partner su un sito d’incontri perché “non fa abbastanza sesso”, e solo 2 per cento delle donne ed il 3 per cento degli uomini si sentono in colpa per il sesso extraconiugale.

Alcuni siti di incontri sono stati lanciati negli ultimi anni anche in Corea del sud, dove il tradimento è punito fino ai due anni di prigione. Qui si va in galera anche solo per una scappatella in base ad una legge sull’adulterio del 1953, di cui più volte la Corte costituzionale di Seul ha confermato la legittimità. Secondo questo decreto, la punibilità dell’adulterio è condizionata ad una denuncia del coniuge, che deve essere accompagnata dalla domanda di divorzio. Nonostante lo spauracchio della prigione, in una sola settimana, sul sito per l’adulterio più famoso del mondo si sono registrati 46 mila sudcoreani, e la Commissione coreana per gli standard della comunicazione (Kcsc) si è preoccupata di vigilare attentamente sulle conseguenze di questo assalto al website.

Ma nonostante la vicinanza dello Stato in questione, tutto questo non ha nulla a che fare con il mondo dei Giapponesi che infatti hanno un’alta tolleranza all’infedeltà.

Come spiegato da un sociologo di Tokyo – il matrimonio in Giappone non è inteso come rapporto di fiducia reciproca e buona intesa sessuale, come auspicano invece in Occidente. È anzi comune fra gli uomini giapponesi vantarsi di avere una relazione matrimoniale casta. Il sesso è cosa da soddisfare fuori dalle pareti domestiche: non è un caso che l’industria del sesso giapponese continui a generare un giro d’affari pari a svariati miliardi di dollari ogni anno. –

“Forse ho trovato la Start up giusta per tirare su qualche miliardo!” ho pensato dopo aver parlato anche con un avvocato di Tokyo che mi ha addirittura spiegato come in Giappone il sesso a pagamento non rientri nella definizione legale di adulterio.

– E’ piuttosto tipico per un marito frequentare locali di un certo tipo, e devo dire che non mi è mai capitato di dover assistere ad una separazione per questi motivi. Tra l’altro la discrezione è uno dei pregi delle donne Giapponesi. Non chiedono così spesso dove il coniuge abbia passato la serata. –

Ecco che mi viene in mente la mia ultima cliente di Caserta, pronta ogni notte ad inserire il registratore nella macchina del marito. Questioni culturali, si sa.

Qui le Agenzie Investigative offrono i tipici servizi di sorveglianza che svelano il mondo nascosto delle relazioni extraconiugali come noi li conosciamo in Occidente, avendo la stessa valenza legale che conosciamo anche in Italia. Cambiano solo le modalità di come presentare il tradimento: ad esempio se si era già chiarito inter coppia che non sarebbe stato accettato.

Vengo a conoscenza che anche le donne Cinesi hanno un’alta tolleranza all’adulterio, ma in questo caso non si tratta di avventure da locale a luci rosse come in Giappone.

In Cina il boom economico ha creato un nuovo trend fra i neo ricchi cinesi.

Sono infatti tornate di moda le cosiddette ‘seconde mogli’, vedi alla voce: concubine.

Ricordate il meraviglioso film con Gong Li “Lanterne Rosse”? Dategli un’occhiata per capire il sistema.

E per chi nella nuova generazione di donne Giapponesi non tollerasse troppo la pesantezza di un bel paio di corna sul capo, è arrivato un nuovo rimedio parecchio alla moda: rivolgersi proprio a chi il sesso lo fa di mestiere.

Nascono così le ‘soap ladies’, prostitute specializzate nell’arte di insegnare alla moglie tradita e al marito fedifrago, come aggiungere pepe alla relazione matrimoniale. Tre mesi di teoria e pratica per la modica cifra di circa 2.500 dollari, e nella coppia torna la passione travolgente.

Due sono i termini principali che nella lingua Kanji fanno riferimento al Tradire: uno è  Uwaki (浮 気, barare) e l’altro Furina (不 倫, relazione extraconiugale). Il primo è il termine che va ad indicare il one night stand, la scappatella di una notte, l’altro, l’effettiva nascita di una seconda vita.

Se parliamo dal punto di vista storico, qui l’adulterio non era un argomento di discussione. Nel vecchio impero, il matrimonio era più che altro un accordo, ed entrambe le parti potevano guardare altrove senza subirne le conseguenze.

In tempi più moderni, iniziò a trasformarsi in “una cosa” solo per i mariti – giustificati da un consenso sociale dovuto allo sforzo che l’uomo portava ogni giorno nel guadagnare soldi per la famiglia e che quindi meritava uno sfogo naturale per quello stress.

“In più”, aggiunge Shizue svegliandomi dal trans fatto di numeri e complicate interazioni amorose: “Hai visto quante case di piacere ci sono? Questo rende la possibilità di tradimento una continua possibilità.” e “Con questi lunghi orari di lavoro, i nomikai con clienti e colleghi, i Love hotel ed i bar di hostess ovunque con un costo abbordabile, e fin troppo facile darsi alla pazza gioia.”

Inizio a vedere questo paese come un’enorme Libido Park.

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