La curiosità per una sessualità talmente complessa meriterebbe uno studio più ravvicinato, ma dato che a volte bisogna essere spettatori e non protagonisti, continuo a limitarmi ad una raccolta di testimonianze.

Un manager giapponese di circa 70 anni, mi ha riassunto ciò che un tempo l’adulterio in significava per le persone della sua generazione: “Trent’anni fa ed anche prima di allora, le donne erano tutte casalinghe e madri – e dopo aver avuto figli, la loro principale occupazione era quella di occuparsi di casa e famiglia lasciando indietro il ruolo di moglie. Quindi, per ovviare alla noia coniugale potevi attingere al karaoke, locali per signori e club di hostess per portare anche clienti e colleghi, cosa qui piuttosto tipica, e se capitava di rimanere fuori tutta la notte con una di quelle dame da compagnia, a quei tempi non era un grosso problema. Faceva parte del sollievo dallo stress e veniva visto come un diritto dell’uomo.” Poi, con una nota di tristezza: “Questo ha bloccato molte donne in una vita fatta di tolleranza verso i loro mariti. Forse è per questo che oggi così tanti uomini della mia generazione hanno finito per divorziare in età pensionabile.”

Il dirigente di una casa discografica mi racconta un aneddoto ancora più cinematografico: “Fino a 20 anni fa, non era cosa inconsueta mandare nelle camere d’Hotel di ospiti, artisti, nuovi soci anche stranieri, una donna per passare la serata. La mandavamo su in stanza nella serata, con i complimenti dell’etichetta discografica o dell’azienda.”

“Venivano mai mandate indietro con tanti cari saluti?”

“Certo, è capitato. Ma meno di quel che puoi pensare e ancor meno da parte dei nostri graditi ospiti coinvolti già in un relazione.”

Molto Bene.

Ed oggi? Qualcosa sarà pur cambiato nel Giappone moderno dove le donne stanno lentamente ma costantemente diventando più indipendenti e stanno raggiungendo lo stesso status di uomini. Con i secondi matrimoni, con più matrimoni per amore rispetto agli ormai storici matrimoni combinati e meno dipendenza finanziaria dai mariti tra le altre potenziali ragioni, sembra che la tolleranza del Giappone per i tradimenti stia effettivamente diminuendo.

Infatti, anche la posizione delle nuove generazioni di uomini è molto diversa da quelle più anziane. Molti giovani ragazzi qui al Festival Internazionale di Kagoshima, hanno dichiarato che non possono immaginare di perdonare un partner per aver fatto sesso con qualcun altro. E a differenza della generazione del vecchio manager, il 90 percento dei ragazzi venuti a confrontarsi con la mia domanda, erano piuttosto contrari all’idea di buttarsi in una avventura. Leggendo su un magazine un sondaggio (naturalmente fatto tradurre dalla sempre presente Miu, anima guida di tutte le mie trasferte in Sol Levante) si rilevava che quasi un terzo dei giapponesi entra nei suoi 30 anni senza alcuna esperienza sessuale. Per poi aggiungere che è comune per gli uomini giapponesi usare le prostitute, anche come prima esperienza.

Quindi una buona parte dei presenti con cui avevo parlato e si dichiaravano contrari al tradimento, forse neanche ancora sanno cosa significhi realmente, Fare Sesso.

Assurdo Japan.

Alla fine di queste chiaccherate, mi sono sentita più confusa di prima.

In un paese che spesso si trova a cavallo tra due mondi; una società ferocemente conservatrice con una popolazione femminile ingenua e delicata ed un mondo sessuale segreto assurdo, spesso tendente alla perversione e pieno tabù.

Dietro il trucco delle Geishe, la squisita cortesia, l’ossessione per l’igiene con guanti e mascherine usate in qualunque luogo pubblico, si nasconde forse il più grande prurito di trasgressione. Da vivere in maniera formale, ad onor della tradizione.

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