Quantcast
Il Messaggero

Tmo-Teatro Mediterraneo Occupato via martin luter king

“Quando osservi uno spazio capisci come è effettivamente utilizzato, piuttosto che come supponi che sia effettivamente utilizzato” (Fred Kent) Dal niente nasce il teatro. Configurando un habitat in cui ci si ritrova necessariamente portati a modificare se stessi. Il Teatro Mediterraneo Occupato è un luogo aperto promotore di un agire collettivo. Un luogo osmotico di […]

“Quando osservi uno spazio capisci come è effettivamente utilizzato, piuttosto che come supponi che sia effettivamente utilizzato” (Fred Kent)

Dal niente nasce il teatro. Configurando un habitat in cui ci si ritrova necessariamente portati a modificare se stessi.

Il Teatro Mediterraneo Occupato è un luogo aperto promotore di un agire collettivo. Un luogo osmotico di creazione e di incontro in continua trasformazione. Il TMO è delle persone che se ne predono cura.

Un gruppo aperto e non identitario, che si riconosce nell’ambizioso processo di gestione collettiva ed auto-organizzativa di un centro permanente di produzione, formazione e ricerca, in cui pratiche decisionali partecipate e condizioni di utilizzo del bene sono strettamente legate.

Il modello gestionale in cui ci riconosciamo è quello della discussione assembleare inclusiva ed aperta e basata sui principi e le pratiche del consenso e dell’autogoverno.

Il TMO opera in collaborazione con gli altri teatri autogestiti in Italia e con tutte le realtà teatrali indipendenti, spazi informali ed istituzionali che decidono di riconoscersi nel processo. Crediamo in una forma alta di economia generale, intesa nel senso della messa in comune del tempo e dei saperi e dello scambio sovrabbondante e non subordinante tra i singoli di una comunità. Il TMO vive di queste eccedenze del sociale e del loro desiderio.

Le attività del teatro si sostengono sulla base di libere donazioni e pratiche di autofinanziamento.

Partendo dal principio che l’arte è di tutti, anche di chi non può pagarla, il TMO, in accordo con le pratiche degli altri teatri occupati in Italia, si riconosce nel principio di parità della banca del tempo ed indica un contributo di complicità o sottoscrizione non obbligatoria per gli spettacoli e i laboratori, sulla base di un criterio minimo di sostenibilità economica il cui fine esclusivo è quello di garantire il rispetto della dignità del lavoro e della ricerca delle compagnie – come forma di sostegno al reddito – e la manutenzione e possibilità di crescita dello spazio.


+393889770419