Abbiamo scoperto una stanza fumosa nella quale si lavora confondendo il giorno con la notte. Dove grazie alla tecnologia si sperimentano tecniche di controllo emotivo e viaggi spaziali.

Dietro all’inflorescenza della musica romana ci sono bravi spacciatori, ragazzi che negli angoli bui smazzano musica in barba alle regole del mercato. Musicisti e produttori che disegnano il futuro. Lo disegnano per loro, in modo da starci comodi con soldi e cartine per non perdersi per le strade, inseguiti da mille sirene. Fra di loro ci sono due produttori che sperimentano viaggi spaziali emotivi. Impastano hip-pop, stregoni di space-hop. Per motivi di sicurezza saprete solo i loro nomi d’arte: Frenetik&Orange. Vivono in una stanza fumosa, nella quale circola poca aria e si lavora confondendo il giorno con la notte. Dove, grazie alla tecnologia, si sperimentano nuove forme di comunicazione e divertimento. Una stanza piena di bottoni emotivi per lanciarsi in viaggi spaziali. Già, parliamo proprio di questo: emozioni ed esplorazione. Non possiamo svelare la posizione del loro studio, quella stanza fumosa dalla quale smazzano musica per Roma 24/7, ma potete trovarli nel loro primo album: Zerosei. Da anni producono musica per chi usa le parole e sa raccontare storie. La loro di storia è iniziata a Monte Sacro: il Quarto Blocco. Un quartiere che non cambia anche se gli cambi il numero, che è come ogni quartiere nel mondo, come ogni blocco del mondo. Negli anni lo sguardo di Frenetik&Orange si è allargato dal quartiere a Roma, dal Quarto Blocco a Zerosei. Non è una questione di numeri, ma di mettere la città in un disco che è una mista spaziale e spaziosa, in cui c’è posto per tanti amici. Frenetik&Orange nel loro primo album hanno preparato stanze musicali accoglienti, perfettamente arredate, in cui mancava solo una pioggia di fiori: la vita scritta nelle canzoni con le parole. Vita di pischelli cresciuti sulle panche dei giardini con le scarpe di gomma, di guasconi mentre Roma si fa buia. Storie di ragazzi madre in pelli di sciacallo, in bilico fra follia e genio, cinici e immaginifici. Stelle nei cappucci che si divertono da sole, che bruciano veloci come supernove. Zerosei è una tesi di laurea in viaggi spaziali emotivi, chiaramente fuori corso e la lode sono i play su Spotify. Dopo dischi d’oro e di platino come produttori dei dischi di tanti big da classifica, chi se non loro poteva fotografare la Roma di adesso? Un’autocelebrazione urgente, con i limiti e i pregi che l’urgenza porta con sé. Un disco che unisce, in faccia a chi divide solo perché il suo disagio diventi quello di tutti. Frenetik&Orange dello sbilenco han fatto uno stile. Un’arte minore, se vi pare e se l’arte maggiore è quella dominante, cane a cuccia dello stesso sistema che attacca Lauro o Sfera o il prossimo stronzo che ha sognato di essere una rockstar e voilà, ce l’ha fatta…, ma questa è un’altra storia. La storia di Zerosei è quella di una cricca a zonzo per la capitale. Ognuno a raccontare la sua Roma fino all’alba, a pulirsi le ali sporche per svettare. Gemitaiz, Noyz Narcos, Carlo Brave e Franco126, Achille Lauro, Er Turco, Coez, Lucci, Gemello, Er Costa e anche la quota fresh blood di Sxrrxwland, Martina May, Darrn, Hube, Venerus, Megha e Wrongonyou. Un album che mette un punto, se d’arrivo o di partenza si vedrà. In Zerosei c’è la musica che Frenetik&Orange sono riusciti a immaginare e che, senza saperlo, probabilmente avete canticchiato, perché loro sono sempre lì, nella stanza fumosa a suonare, confondendo il giorno con la notte: emozioni ed esplorazione.